Tenere la pandemia sotto controllo, garantire che il vaccino arrivi dappertutto e prepararci alle crisi future: queste le priorità che il Global Health Summit è chiamato ad affrontare, ha spiegato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, aprendo da Villa Pamphili a Roma i lavori del pre-summit. La logica dei lavori: “L’esperienza diventi lezione per il futuro”. Tra le lezioni apprese, secondo Von der Leyen, “quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri”; l’enorme contributo della comunità scientifica che oggi permette la speranza, ma che riceve poco riconoscimento. Un elenco di grazie: ai partner globali per il sostegno, alla società civile per i contributi, al personale medico per aver lavorato nelle condizioni impossibili e aver dato tutto per alleviare la sofferenza.
E due annunci: nasce il “forum politico per la salute globale”; l’Ue distribuirà 100 milioni di dosi ai Paesi a medio e basso reddito. Il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha invece sottolineato “l’importanza della collaborazione internazionale” e ne ha tratto l’indicazione di un processo futuro che non potrà che essere “inclusivo”, della comunità scientifica, filantropica, economica, della società civile, per essere efficace. L’urgenza oggi, secondo Mario Draghi, è “vaccinare il mondo in fretta”.