“Nel 1981, funzionari dai sistemi sanitari di tutto il mondo si sono riuniti nell’Assemblea mondiale della sanità per rispondere alle strategie di marketing aggressivo da parte dell’industria dell’alimentazione dei neonati e dei bambini, che stava promuovendo l’alimentazione con latte artificiale a discapito dell’allattamento e causando un drammatico aumento della morbilità e della mortalità infantile. Il risultato è stato il Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno, un quadro politico di riferimento pensato per impedire agli interessi commerciali di danneggiare i tassi di allattamento e mettere in pericolo la salute e la nutrizione dei più giovani abitanti del pianeta”. Lo ricordano, in una dichiarazione congiunta il direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore, e il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
“Negli ultimi 4 decenni, c’è stato un aumento del 50% nella diffusione dell’allattamento esclusivo. Come risultato, un numero stimato di 900 milioni di neonati a livello globale hanno goduto di miglioramenti nella sopravvivenza, crescita e sviluppo grazie all’allattamento esclusivo nella loro infanzia – evidenziano Fore e Ghebreyesus -. L’allattamento è vitale per la nutrizione, la salute e il benessere dei bambini e delle bambine per tutta la vita. Riduce i costi per le famiglie, le strutture sanitarie e i governi. L’allattamento protegge i bambini dalle infezioni e salva vite. Supporta il legame emotivo fra madri e bambini, insieme ad altri benefici per la salute mentale”.
Nonostante ciò, “il marketing aggressivo sui sostituti del latte materno continua a scoraggiare le donne ad allattare, mettendo a rischio la salute sia dei bambini che delle donne”.
Il quarantesimo anniversario dell’adozione del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno “è un’opportunità per segnare i progressi significativi raggiunti nella protezione e promozione dell’allattamento, ma anche un monito sul lavoro ancora da fare”.
La maggioranza dei Paesi “ha emanato leggi per attuare almeno alcune disposizioni del Codice. Ma, purtroppo, solo 25 Paesi hanno attuato misure che sono sostanzialmente allineate con il Codice”, denunciano Fore e Ghebreyesus.