“Dal 2015 la migrazione legale figura a malapena nello sviluppo della politica migratoria dell’Ue”, mentre il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo non include alcuna proposta specifica in questo settore”. È la posizione decisa oggi dall’Europarlamento, in chiusura di plenaria, con una risoluzione non legislativa adottata con 495 voti favorevoli, 163 contrari e 32 astensioni. Una legislazione Ue sulla migrazione legale “attirerebbe i lavoratori, indebolirebbe i trafficanti di esseri umani, faciliterebbe l’integrazione e incoraggerebbe una migrazione più ordinata”, sostiene il testo approvato. Secondo i deputati, “le politiche dell’Ue e nazionali in materia di migrazione legale dovrebbero concentrarsi sul fornire una risposta alle carenze dei mercati del lavoro e delle competenze”, tenendo presente l’invecchiamento della popolazione e la contrazione della forza lavoro. Per una risposta più efficiente ai bisogni o alle carenze di manodopera sui mercati nazionali, i deputati propongono di sviluppare un “bacino di talenti” e una piattaforma di corrispondenza a livello europeo, che possa coprire tutti i settori e i livelli di occupazione e che funga da sportello unico per i lavoratori non Ue, i datori di lavoro e le amministrazioni nazionali.
In un’altra risoluzione non legislativa adottata adottata con 602 voti favorevoli, 35 contrari e 56 astensioni, i deputati hanno ribadito che, in linea con i contenuti del Regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility), il Parlamento “ha il diritto di ricevere le informazioni pertinenti sullo stato di attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza”. “Per garantire una maggiore trasparenza e la responsabilità democratica dei Pnrr”, i deputati si aspettano di ricevere dalla Commissione le informazioni di base necessarie, nonché una sintesi delle riforme e degli investimenti dei piani nazionali ricevuti (18 Paesi Ue hanno già presentato i loro piani).
In una terza risoluzione approvata con 599 voti favorevoli, 30 contrari e 58 astensioni, il Parlamento condanna con la massima fermezza le sanzioni “immotivate e arbitrarie” recentemente imposte dalle autorità cinesi a diversi individui ed entità europee, tra cui cinque deputati, affermando che la mossa di Pechino rappresenta un attacco alle libertà fondamentali ed esortando le autorità cinesi a revocare queste misure restrittive.