Stati Uniti: Texas, giustiziato Quintin Jones. Comunità di Sant’Egidio ieri sera in preghiera per lui, “il perdono è vita, la sua assenza è morte”

L’esecuzione di Quintin Jones, avvenuta in Texas, nonostante il perdono della famiglia della vittima e una petizione di 150mila persone, indica che “il perdono è vita, l’assenza di perdono è morte”. Lo ha detto ieri sera mons. Marco Gnavi, alla preghiera della sera che nella basilica di Santa Maria in Trastevere, la Comunità di Sant’Egidio ha voluto dedicare al detenuto condannato a morte e giustiziato in Texas. “Con dolore – scrive la Comunità di Sant’Egidio – apprendiamo dell’esecuzione di Quintin Jones. Il perdono della famiglia della vittima e l’appello di centinaia di migliaia di persone non hanno fermato la logica di morte”. Quintin aveva 41 anni. La sua – fa sapere la Comunità che da anni è fortemente impegnata a combattere in tutti i Paesi contro la pena di morte – è la prima esecuzione statale in Texas dal luglio 2020. Per la prima volta l’esecuzione è avvenuta senza la presenza della stampa, per un errore di comunicazione, secondo quanto sostenuto dal Texas Department of Criminal Justice. Aveva 21 anni quando è stato condannato ed ha passato 20 anni nel braccio della morte. Il Texas Board of Pardons and Paroles ha votato per negare la clemenza a Quintin Jones ignorando la richiesta della famiglia della vittima – Berthena Bryant, prozia di Quintin – che aveva chiesto al governatore del Texas Greg Abbott di commutare la condanna a morte in ergastolo. L’appello della famiglia della vittima alla clemenza si era trasformato in una petizione che aveva ottenuto il sostegno di oltre 150.000 persone. A queste si aggiungono le migliaia di appelli da ogni parte del mondo. Quentin ha riconosciuto che ricevere il perdono gli aveva dato la forza di cambiare: “Amandomi abbastanza da perdonarmi, mi hanno dato la forza di cercare di fare meglio e di voler fare di meglio”. Un’infanzia di povertà, abbandono, abusi e la dipendenza da droghe non sono stati considerati attenuanti nel processo. Quintin non ha incolpato le circostanze per le sue azioni. Ha sempre espresso profondo rimorso e per molto tempo ha creduto di meritare di morire per quello che aveva fatto. Prima dell’esecuzione Quintin ha detto: “Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato in questi anni per l’affetto dato e ricevuto. Sono come il cielo. L’amicizia e l’amore sono un piatto pieno di nutrimento per l’anima. Spero di lasciare a tutti ricordi belli, felicità e nessuna tristezza”.

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