“Esattamente 22 anni fa, il 20 maggio del 1999, abbiamo perso un uomo dedito allo studio e alle Istituzioni. Per mano di un commando brigatista il professor Massimo D’Antona è stato ucciso a pochi metri dalla sua abitazione”. Così il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, ha reso memoria a Massimo D’Antona recandosi sul luogo nel quale 22 anni fa venne assassinato.
“Mai come in questi tempi difficili ci si rende conto della volontà, che tutti abbiamo, di lasciarci il passato alle spalle. Anche per questo alcuni eventi tragici della storia della Repubblica sembrano lontani anni luce”, osserva il ministro, aggiungendo che “ci sono stati anni in cui studiosi al servizio del sapere e dell’Italia sono stati colpiti da un furore ideologico assassino”.
“La storia del nostro Paese è stata funestata da molti atti criminali contro i migliori studiosi che, nei decenni, hanno messo a disposizione la propria competenza per riformare e innovare le politiche del lavoro”, continua Orlando. “Coltiviamo la memoria del professor Massimo D’Antona e, con lui, di tutti coloro che hanno donato le proprie energie e il proprio studio per un avanzamento della nostra democrazia, nel solco dei principi della Carta Costituzionale che pongono a fondamento della Repubblica il lavoro e il rispetto della persona”, l’esortazione del ministro, secondo cui si tratta di “una memoria essenziale per il futuro”.