“Mi piacerebbe poter ragionare con voi del servizio del giornalista come un ministero”. Lo ha detto il vescovo delegato Ceu, mons. Luciano Paolucci Bedini, intervenendo all’incontro promosso in occasione della 55ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (Cs), tenutosi online, ieri. Iniziativa organizzata dalla Commissione regionale per le Cs della Conferenza episcopale umbra (Ceu), cui hanno partecipato, tra gli altri, il presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti dell’Umbria, Roberto Conticelli, e il direttore dell’Ufficio nazionale Cei, Vincenzo Corrado.
Ad aprirlo, il saluto dell’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei. Prendendo spunto dal “Giro d’Italia” (l’undicesima tappa è partita da Perugia il 19 maggio), il porporato ha invitato i giornalisti a “vivere la professione con passione e dedizione nel ‘pedalare’ con tenacia per tagliare i traguardi, nel raccontare la verità dei fatti e nel promuovere la pace attraverso la narrazione”.
Soffermandosi sul tema dell’incontro, il vescovo delegato Ceu ha fatto un parallelo con la recente dichiarazione del Papa circa il ministero laicale dei catechisti nella Chiesa, parlando del “ministero del giornalista” nel momento in cui viene svolto come servizio alla comunità. Mons. Paolucci Bedini ha osservato che l’operatore dei media “è capace di interpretare i sentimenti di una comunità e mettersi al servizio di una informazione che la comunità chiede”. “I giornalisti sono inviati speciali della comunità sociale, territoriale, perché hanno il privilegio di essere presenti dove io non posso andare”. Inoltre, ha evidenziato il vescovo, “il ministero del giornalista dà all’operatore dei media e agli stessi mezzi della comunicazione sociale anche una profonda responsabilità educativa, perché spesso la modalità con cui i giornalisti entrano nella realtà e la raccontano fa scuola”.
Dal direttore dell’Ufficio Cei, Vincenzo Corrado, il ricordo di mons. Elio Bromuri, maestro del giornalismo cattolico umbro. Con lo storico direttore del settimanale “La Voce” Corrado ha, come ha precisato, “un grande debito di riconoscenza”: “Mi ha insegnato cosa significa concretamente vivere la prossimità attraverso la comunicazione e credo che la lezione di questi maestri di comunicazione delle Chiese locali, come don Elio, passi proprio dalla loro capacità di vivere il territorio in maniera piena e compiuta e di conoscere la realtà che viene descritta e raccontata”.