“Ci siamo resi conto che la crisi socio-ambientale, denunciata nel 2019 durante il Sinodo, si è intensificata durante la pandemia. Siamo preoccupati per la catena di iniziative che mirano allo smantellamento e all’indebolimento della legislazione socio-ambientale e territoriale”. Lo affermano la Commissione episcopale speciale per l’Amazzonia della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) e la Rete ecclesiale panamazzonica (Repam-Brasile), che hanno diffuso ieri la lettera approvata dai vescovi dell’Amazzonia riunitisi, on line, il 18 e il 19 maggio, rivolgendosi al popolo brasiliano di fronte alle minacce a tutta la casa comune e, soprattutto, al bioma amazzonico.
Nel testo, i vescovi affermano di sentirsi “toccati dalla situazione di vulnerabilità e minacce che soffre la casa comune, aggravata dalla pandemia del Covid-19 e dall’intensificarsi delle controversie territoriali con l’espansione delle attività minerarie e dell’agrobusiness in terre di popolazioni tradizionali”.
I vescovi riaffermano “l’effettivo coinvolgimento con il Patto per la vita e per il Brasile”, chiedendo il vaccino per tutti, la difesa del sistema sanitario pubblico (Sus), politiche per l’emergenza economica. Inoltre, chiedono di “rendere vivo il Patto educativo globale, proposto da Papa Francesco, in tutte le regioni dell’Amazzonia. Chiediamo a tutti gli organismi ecclesiali e alla società nel suo insieme di unirsi in questo impegno”. Avendo scoperto “la capillarità delle nuove dinamiche di comunicazione, che utilizziamo per raggiungere le nostre comunità in tempi di lontananza sociale, vogliamo anche utilizzare queste risorse per raggiungere tutte le nostre preoccupazioni, speranze e impegni”.
Nella lettera sono chiamati in causa anche i laici, chiamati “a non lasciarsi scoraggiare dalla lotta, a rinnovare continuamente il loro senso di comunione ecclesiale, in modo che la loro passione per il Regno di Dio sia sempre alimentata e che la loro sensibilità verso i più poveri sia permanente”.