Ddl Zan: mons. Regattieri (Cesena-Sarsina), “pericolosa sovrapposizione della dimensione soggettiva con quella oggettiva. Forti perplessità e dubbi”

(Foto Corriere Cesenate)

Il disegno di legge sulla omotransfobia in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere (il cosiddetto ddl Zan) “induce a ritenere che il solo pensare ed esprimersi diversamente rispetto alle definizioni contenute nel disegno di legge potrebbero apparire come una istigazione e una discriminazione, quindi possano esporre all’accusa di omotransfobia”. Lo scrive il vescovo di Cesena-Sarsina, mons. Douglas Regattieri, nella lettera alla comunità diocesana intitolata “Per amore del mio popolo” e pubblicata oggi dal “Corriere cesenate”. “Nella definizione dei termini pare ci sia, inoltre, una pericolosa sovrapposizione della dimensione soggettiva con quella oggettiva”, aggiunge il vescovo, riferendosi alla definizione di “identità di genere” che “mira chiaramente ad annullare la differenza, il dualismo uomo-donna, a vantaggio di un’autopercezione individuale, tesa a cancellare la differenza sessuale, a creare una confusione antropologica che confonde e sicuramente lede il principio di condivisione, reciprocità uomo-donna, su cui si fondano la famiglia e l’educazione”. “Anche solo a partire da queste poche osservazioni sul ddl Zan non possiamo esprimere che forti perplessità e dubbi”, afferma mons. Regattieri, che richiamia “quanto la Dottrina della Chiesa espone con chiarezza a proposito di questi tema”.
Il vescovo si sofferma anche su “un altro tema legato alla vita e alla famiglia, alla dignità della persona e al nostro futuro demografico”, quello “dell’allarmante calo della natalità”. Ricordando quanto emerso negli Stati generali della natalità di venerdì scorso, mons. Regattieri rilancia l’appello del direttore del “Corriere Cesenate”: “Ora tocca a noi. Non si può fare finta di non sapere. L’anno di lockdown ha fatto affossare ancora di più, se era ancora possibile, il tasso di natalità, con un -4 per cento in Emilia-Romagna”.

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