“La festa di San Giuseppe lavoratore, che Papa Francesco ha voluto celebrare con un anno a lui dedicato, ci spinga a vivere questa difficile fase senza disimpegno e senza rassegnazione”. È quanto scrive il vescovo di Terni-Narni-Amelia, Giuseppe Piemontese, in un messaggio inviato in occasione del 1° maggio. “Nulla ci distolga dall’attenzione verso i lavoratori, sapendo che le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce del mondo del lavoro, dei poveri soprattutto e di coloro che soffrono, sono i sentimenti dei discepoli di Cristo Signore”, prosegue il presule, che sulla scorta del messaggio dei vescovi italiani precisa: “Condividiamo le preoccupazioni, ma ci facciamo carico di sostenere nuove forme di imprenditorialità e di cura. Se tutto è connesso, lo è anche la Chiesa italiana con la sorte dei propri figli che lavorano o soffrono la mancanza di lavoro. Ci stanno a cuore”. Terni, città operaia – ricorda la diocesi – celebra il 40° anniversario della visita di Giovanni Paolo II alle acciaierie e alla città di Terni (19 marzo 1981) con la messa che sarà celebrata dal vescovo il 15 maggio, alle 18, presso Acciai Speciali Terni, in viale Brin, nello stesso piazzale interno all’acciaieria dove il Papa incontro migliaia di lavoratori. “La memoria di questa storica visita – ricorda Piemontese – col suo messaggio di speranza, può sostenere gli sforzi della Chiesa, dei concittadini, uomini e donne di buona volontà, a promuovere il rinnovamento e lo sviluppo sociale e religioso. Rivedendo i gesti di quella visita memorabile, rileggendo le parole del Papa Santo, possiamo trovare spunti e suggerimenti per inventare e seguire vie di nuovo umanesimo e crescita sociale”. “La nostra città, capoluogo e capofila della pluralità delle città e dei castelli del territorio – l’appello – non può rassegnarsi al declino indotto da scelte sbagliate, da egoismi di campanile o di parte e da ultimo dalle asfissie e dai fallimenti causati dalla pandemia. In un’ora grave e delicata, varie vicende politiche hanno portato la nostra Italia a dotarsi di un governo di collaborazione nazionale. Un analogo spirito dovrebbe spingere la classe dirigente e tutte le forze civili, politiche e sociali più significative della città e della Regione a collaborare a favore della next generation a Terni, in Umbria, in Italia e in Europa”.