L’Italia è al secondo posto nella classifica per il maggior numero di attacchi all’integrità fisica dei giornalisti, dopo la Federazione Russa, e seguita dal Regno Unito: lo dice il Rapporto 2021 pubblicato oggi dalle 14 associazioni che partecipano alla Piattaforma del Consiglio d’Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti. Il rapporto cita l’Italia anche quando si parla di proroga o sospensione dei termini entro i quali gli enti pubblici sono tenuti a rispondere alle richieste di informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni (Foia): alcuni Paesi hanno raddoppiato (Bulgaria, Serbia e Romania) o triplicato il tempo massimo di risposta, mentre Italia, Spagna e Slovenia hanno sospeso del tutto le scadenze, minando “seriamente la capacità dei giornalisti di ricevere informazioni sulla crisi sanitaria in rapida evoluzione”. Nelle 74 pagine si sottolinea anche che la Corte costituzionale ha dichiarato “urgentemente necessario alla luce della giurisprudenza della Corte Edu” abolire le pene detentive per diffamazione penale nei confronti di giornalisti e operatori dei media, ma la riforma non è ancora stata attuata.
Resta irrisolto anche in Italia il nodo dell’indipendenza della governance e del finanziamento del servizio pubblico d’informazione, ad alto rischio principalmente a causa della “nomina di dirigenti politicamente dipendenti”: tra i Paesi dove il rischio è più alto sono Bulgaria (97%), Romania (97%), Turchia (92%) e Cipro, Italia, Malta e Polonia (tutti all’83%). Di molestie on line sono stati vittime in Italia il presidente della Federazione nazionale stampa italiana, Beppe Giulietti, Angela Caponnetto di Rai News 24 e Nello Scavo di Avvenire, cita ancora il rapporto.