E’ un invito alla corresponsabilità e all’impegno concreto a livello europeo e mondiale sul tema delle migrazioni, per evitare altre tragedie del mare, quello di monsignor Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Fondazione Migrantes della Cei. A pochi giorni dall’ennesimo naufragio al largo della Libia, nel quale hanno perso la vita almeno 130 persone il presidente della Migrantes chiede “una presa di coscienza europea. Dal punto di vista mondiale l’Onu deve farsi carico di questa realtà”. “Dobbiamo veramente sentirci tutti corresponsabili in questa situazione – dice al Sir -. E’ un discorso che non può essere ridotto a problema nazionale, è un fatto che riguarda il mondo intero. Le migrazioni non sono solo dall’Africa verso l’Europa, pensiamo al flusso nelle Americhe verso nord, alle persone che migrano nell’estremo Oriente, in Australia e Nuova Zelanda. E’ un fenomeno mondiale nel quale dobbiamo inserire il nostro impegno”. Secondo monsignor Di Tora “il fenomeno non è solo nazionale e non deve riguardare solo la buona volontà di alcune Ong. Deve essere una presa di coscienza europea. Dal punto di vista mondiale l’Onu deve farsi carico di questa realtà”. Il presidente della Migrantes immagina una possibile operazione dell’Onu “come una presa di corresponsabilità da parte di tutte le nazioni, sia in una collaborazione tipo i corridoi umanitari da dove partono a dove arrivano. E un intervento nelle nazioni dove c’è maggiore povertà, per permettere alle persone di restare e impegnarsi per migliorare la loro situazione. Perché è chiaro che dove c’è ancora povertà la gente tenderà a emigrare”. Monsignor Di Tora auspica anche “maggiore impegno” sul fronte dei vaccini ai migranti: “Il Papa ha dato l’esempio andando personalmente verso i più poveri nel giorno del suo onomastico. I più fragili non devono essere abbandonati”.