Mentre a Giacarta ha inizio il vertice dei capi di Stato e di governo del Sud-Est asiatico (Asean) sulla crisi birmana, i cattolici del Myanmar, in vista del mese mariano di maggio, si stringono in una serrata maratona di preghiera per la pace nel loro Paese. E’ il cardinale Charles Bo, arcivescovo di Yangon, a lanciare l’iniziativa, proponendo un programma a scadenza settimanale. Nella prima settimana, l’invito è a pregare per la pace. Poi a seguire, per la giustizia, l’unità, il rispetto della dignità umana e, a concludere, per la prosperità. “I fedeli – scrive l’arcivescovo – possono partecipare sia a casa, o in parrocchia o nelle comunità religiose”. Per la pace in Myanmar inoltre, sarà dedicata in ogni chiesa l’adorazione eucaristica quotidiana (dalle 14.30 alle 15,30) e il rosario quotidiano (dalle 19 alle 20) meditando sulle frasi di Giovanni Paolo II, “non c’è vera pace senza equità, verità giustizia e solidarietà”, di Papa Francesco, “Il mondo ci dice di cercare il successo, il potere ed il denaro; Dio ci dice di cercare umiltà, servizio e amore” e sulle parole del Vangelo, “Beati i costruttori di pace perché saranno chiamati figli di Dio”.
La crisi del Myanmar sarà al centro di un vertice dei capi di Stato e di governo del Sud-Est asiatico che si è aperto oggi nella capitale dell’Indonesia, Giacarta. Al summit partecipa anche il capo della giunta militare, il generale Min Aung Hlaing, che compie il suo primo viaggio all’estero da quando ha preso il potere in Myanmar dopo il golpe del primo febbraio. Da allora il Paese è precipitato in un vortice di proteste e repressioni che sono costate la vita di oltre 700 persone e l’arresto indiscriminato di migliaia di manifestanti. Diversi Paesi e ong stanno facendo pressione sull’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (Asean) affinché prenda provvedimenti nei confronti della giunta militare del Myanmar. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha esortato i Paesi membri dell’organismo regionale a evitare un escalation della crisi oltre che “possibili gravi implicazioni umanitarie alla frontiera” del Paese, come ha riferito il suo portavoce, Stephane Dujarric. L’inviata speciale dell’Onu per il Myanmar invece, Christine Schraner Burgener, ha reso noto che sarà nella capitale indonesiana Giacarta dove ha sede l’incontro, per “spingere i leader dell’Asean a trovare una soluzione politica”. La Cina, che non è membro dell’Asean, ma è inclusa con Giappone e Corea del Sud nel format Asean+3, chiede una “riconciliazione politica interna” della crisi attraverso il dialogo politico e di “evitare interventi impropri” dall’esterno, ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi.