Più dell’80% delle coppie di gemelli ha dichiarato di non aver avuto sintomi durante lo stato di emergenza sanitaria, solo 163 (6,3%) gemelli sono stati sottoposti a tampone naso-faringeo, 24 (0,33%) hanno ricevuto una diagnosi di Covid-19 e 50 (1,9%) sono stati in isolamento domiciliare fiduciario. Ansia, depressione e stress non sono comunque mancati. È quanto emerge dallo studio “Sintomi da Covid-19, ansia e stress durante la pandemia: uno studio longitudinale sui gemelli maggiorenni italiani” curato dal Registro nazionale Gemelli dell’Istituto superiore di sanità i cui risultati preliminari sono stati diffusi oggi. Alla fase 1 dello studio hanno partecipato 2.741 gemelli (il 53,3% monozigoti e il 46,8% dizigoti) dei circa 30.000 iscritti al Registro. L’età media dei partecipanti è di 45 anni, con un range compreso tra 18 e 93 anni.
“La paura più grande”, viene spiegato, è stata quella di “contrarre e trasmettere il virus, seguita dal senso di frustrazione e, da qui, la necessità di ricorrere ad un aiuto emotivo”. Stando ai dati diffusi, le donne hanno sperimentato di più preoccupazioni e disagi. Non pochi coloro che hanno avuto problemi economici: il 13% è stato messo in cassa integrazione, il 31% ha dichiarato di essere stato in difficoltà finanziarie.
Per quanto riguarda i sintomi, la più alta frequenza è stata riscontrata nel Nord e Centro Italia con maggiore frequenza per tosse, febbre, dolori muscolari e raffreddore. Bassa (0.5-2%) la percentuale di gemelli che hanno avuto bisogno di ricorrere a servizi sanitari quali pronto soccorso, visite specialistiche, ricoveri o consulenze psicologiche.
Rilevante l’impatto delle misure di contenimento sulla propria vita: il 38% ha risposto “abbastanza”, il 28,9% “molto” e il 16% in “maniera consistente”. Quanto agli stati d’animo, la paura di contrarre e trasmettere il virus risulta essere la principale. I dati raccolti mostrano che il 59% ha avuto paura di contrarre il Covid-19 e il 61% di trasmettere il virus.
Durante il periodo della pandemia, e del confinamento a casa in particolare, molte persone (60% del campione intervistato) hanno svolto attività fisica.