La presenza di “dinamiche interne di forte disuguaglianza tra membri più forti ai danni dei più deboli, in genere a favore dei maschi adulti, a scapito di donne, minori e anziani”, tendenzialmente correlate a “bassi livelli culturali e a marginalità sociale”. A rilevarle nelle famiglie di tutto il mondo è il Report del Family International Monitor costituito da Cisf, Istituto Giovanni Paolo II e Ucam, diffuso oggi. “Queste dinamiche di iniquità redistributiva – si legge nel report – possono essere contenute e contrastate da politiche pubbliche redistributive, come ad esempio tutela giuridica della donna nel matrimonio e dei minori in famiglia”.
Rispetto alle singole fragilità interne sono emerse con particolare evidenza tre specifiche aree di attenzione: l’evento nascita, tuttora carico di rischi di vita (per madri e neonati) in molti Paesi, spesso esposto all’abbandono del bambino, e scarsamente protetto; la condizione dei giovani, fortemente penalizzata in quasi tutti i Paesi considerati e la violenza in famiglia, fenomeno sottotraccia ma diffuso e segnalato in tutti i contesti territoriali e non solo nelle classi socialmente più deprivate.
Dall’indagine emerge con chiarezza la necessità che “le politiche pubbliche agiscano con maggiore efficacia nel contrasto alle forti condizioni di disuguaglianza socio-economica, che sono risultate in crescita, negli ultimi vent’anni, praticamente in tutti i contesti nazionali analizzati”.