È urgente in America Latina e Caraibi l’inclusione delle persone migranti e rifugiate nei piani di vaccinazione contro il Covid-19”. L’appello arriva dal Servizio gesuita ai rifugiati (Sjr) del continente, che in un report analizza la situazione nei diversi Paesi, giungendo alla conclusione che, in generale, pur con alcune eccezioni (come la Colombia rispetto ai venezuelani), “nei piani di vaccinazione contro il Covid-19 nella regione sono esclusi i migranti irregolari, che devono essere riconsiderati e inclusi, su base paritaria e senza discriminazioni”.
Il Sjr denuncia che i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi sono costretti ad affrontare ulteriori sfide rispetto alla pandemia, quali disuguaglianza, informalità lavorativa, mancanza di protezione, povertà e vulnerabilità. “La regione è caratterizzata da sistemi sanitari e di protezione sociale deboli e frammentati e da insediamenti urbani emarginati in espansione, privi di accesso ai servizi di base”, si legge nel documento.
A questo si aggiungono “flussi migratori e sfollamenti di popolazione, così come conflitti di varia natura”, soprattutto l’esodo venezuelano, che “è il più grande della storia recente e una delle più grandi crisi globali di sfollamento forzato nel mondo, dopo la Siria”. Né vanno dimenticati “i centinaia di migliaia di centroamericani che continuano a fuggire dai loro Paesi, a causa della violenza, della violazione dei diritti umani e del deterioramento delle condizioni di sicurezza”.
Denuncia il Sjr: “Le cifre degli sfollamenti forzati sono quadruplicate nell’ultimo decennio, a causa della crisi umanitaria generata dalla pandemia, migranti e rifugiati forzati venezuelani e centroamericani sono stati doppiamente colpiti”.