“La Romania, in tante cose è stata prima, in questo pontificato”, ha affermato mons. Miguel Maury Buendía, nunzio apostolico in Romania, in un’intervista rilasciata il Giovedì santo alla redazione italiana della Radio Romania Internaţional. Il rappresentante della Santa Sede in Romania vede un “segno di predilezione del Papa per la Romania” nei primi aiuti per la pandemia inviati dal Santo Padre proprio in Romania, a Suceava, nell’aprile del 2020, nella nomina di un romeno quale primo vescovo non italiano di una diocesi dell’Italia ed anche in “tanti altri piccoli gesti del Santo Padre”. Parlando poi della nomina di don Benoni Ambăruș, del 20 marzo scorso, il nunzio apostolico ha ricordato che il nuovo vescovo ausiliare di Roma è originario della diocesi di Iasi, nell’est della Romania, ma che dopo aver studiato nei primi anni nel seminario diocesano in patria, ha proseguito gli studi nel seminario romano. In seguito tutta la famiglia emigrò in Italia e lui si è inserito nella realtà italiano. “È un romeno romano”, ha sottolineato mons. Buendía, aggiungendo che a mons. Ambăruș sono stati affidati “i settori prediletti del Santo Padre, come l’attenzione ai poveri, ai migranti: quello che lui aveva già fatto alla Caritas, e lo ha fatto molto bene”. Mons. Miguel Maury Buendía ha anche trasmesso ai romeni “il saluto caloroso del Santo Padre, soprattutto a coloro che sono da soli o malati. Cristo è risorto anche per loro. Anzi, in modo speciale per quelli che stanno nelle tenebre, perché vedano questa luce”.