“Siamo tutti consapevoli dell’andamento della pandemia, della sua durata e dell’impatto sul sistema sanitario. Immagino che anche voi che lavorate direttamente sul campo iniziate a sentire questa pressione, con la difficoltà di motivare anche il personale, ciò per quel clima di pessimismo o di addirittura di depressione che molti osservatori stanno notando”. Il vescovo Mariano Crociata si è recato ieri presso l’ospedale “S. M. Goretti” di Latina per portare un saluto e l’augurio per la Pasqua ai pazienti e al personale in servizio. Ad accogliere monsignor Crociata, la direttrice generale dell’Asl di Latina Silvia Cavalli, il direttore medico dell’ospedale Sergio Parrocchia, e una piccola rappresentanza del personale, per rispettare così le indicazioni contro la pandemia di coronavirus. Crociata ha tenuto a ringraziare la dirigenza del nosocomio per l’invito rivoltogli a portare il suo augurio nel tempo più importante per la fede cristiana, come è quello di Pasqua. Ciò anche a rimarcare “la collaborazione concreta che esiste tra l’ente sanitario e la diocesi, nel rispetto reciproco delle rispettive competenze e nel comune interesse a lenire le sofferenze psicofisiche ma anche spirituali che porta la malattia”.
“Se mi posso permettere – ha affermato ancora Crociata – è il momento in cui cercare risorse per tenere su il morale. Credo che l’impegno ci sia da parte di tutti, sempre e costantemente, ma ora abbiamo bisogno di sorgenti a cui attingere, specie per vincere la tentazione della stanchezza e del lasciarsi andare. Per chi è credente, la Pasqua o comunque la fede, la parola di Dio, l’annuncio pasquale sono una di queste risorse, forse le più importanti, per ritrovare sempre nuovo slancio anche quando non ci sono riscontri, non ci sono risonanze, non ci sono applausi e incoraggiamenti che vengono dagli altri”.
Da parte sua Silvia Cavalli ha espresso il ringraziamento per gli auguri pasquali, sottolineando in particolare il passaggio sul “morale degli operatori sanitari in questo momento”. Certamente, ha proseguito la dottoressa Cavalli, “la stanchezza si fa sentire, il fronte di guerra è ancora acceso e aperto. Cerchiamo di dare vicinanza, di dare qualche risposta, però è chiaro che le prossime settimane saranno cruciali per tutti gli operatori. Speriamo che la cittadinanza faccia la propria parte perché ne avremmo tanto bisogno. Se i comportamenti individuali non si allineano alle norme di prevenzione che danno gli specialisti diventa più complesso per noi fronteggiare la pandemia”.