“Un luminoso testimone del Vangelo della vita. Fu non solo il principale fondatore del Movimento per la vita, ma ne è stato la mente e l’anima, finché la sua salute glielo permise. Possiamo dire che è stato un apostolo della vita, che non si è mai lasciato frenare o intimorire dai venti contrari che ha dovuto affrontare”. Il card. Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, tratteggia la figura di Carlo Casini nel primo anniversario della scomparsa, il 23 marzo 2020, nella sua casa di Roma dopo una lunga malattia. Per ricordare il fondatore del Mpv, che strinse legami di amicizia con Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta, Jérôme Lejeune, Chiara Lubich e don Oreste Benzi, il porporato presiede nel pomeriggio una liturgia della parola presso il santuario della Divina Misericordia-Chiesa Santo Spirito in Sassia.
“Egli è stato – sottolinea ancora Re – un protagonista del cattolicesimo italiano impegnato a difesa della vita nella società, nella cultura e nella politica, lasciandoci una lezione di vita, che, in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, fa rifiorire la speranza” e “ha sempre preso sul serio la sua fede”. Nel libretto della liturgia si alternano brani delle Scritture e preghiere con riflessioni tratte da testi di Casini. Ne proponiamo alcune.
Dio è presente nel cuore di ogni uomo. “Sono certo che non vi è nulla di più profondamente umano del bisogno di infinito e di amore. La disperazione nasce dalla solitudine teologica, cioè dall’eclissi del senso di Dio. Ma Dio di fatto è presente nel cuore di ogni uomo e per scoprire il senso della vita anche nella sofferenza bisogna ultimamente ascoltare la sua voce”. (III incontro di politici e legislatori dell’America Latina, Buenos Aires, 3-5 agosto 1999)
Una chiamata all’amore. “Tutto il disegno di Dio sull’uomo si fonda su una chiamata all’amore. Ogni vita che comincia è espressione di questo amore e comincia attraverso un incontro – quello dell’uomo con la donna – che Dio ha voluto fosse il misterioso segno dell’amore che è in Lui, e cooperazione alla creazione stessa e al suo finalismo. Negare la vita alla sua origine significa negare l’amore stesso di Dio, la Sua Provvidenza, il suo Mistero”. (“La dimensione contemplativa nella difesa della vita umana”, Roma, Edizioni Movimento per la Vita, 2019, p. 38)
In ginocchio di fronte ad ogni vita che nasce. “Davvero devo restare in ginocchio di fronte a ogni vita che comincia. Essa rinnova quotidianamente il mistero dell’amore di Dio Creatore. Un amore sconfinato, per cui Dio stesso si è fatto uomo, ha vissuto […] nelle viscere di una donna, si è fatto carico di tutte le sofferenze umane lasciandosi torturare e uccidere sulla croce. Tanto vale la vita umana: il sangue di Dio!”. (“La dimensione contemplativa nella difesa della vita umana”, cit., p. 74)
Le ferite dell’aborto. “Non vorrei che il duro giudizio sull’aborto significasse condanna, disprezzo, rottura di fraternità con queste madri e questi padri. Gli esperti dicono che l’aborto lascia tracce indelebili e dolorose quanto segrete nella psiche. Non vorrei gettare sale sulle ferite. […] In mezzo al mondo sta una croce su cui è appeso un uomo che morendo implora: ‘Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno’. La menzogna è tale che anche coloro che hanno rifiutato il figlio appaiono per lo più vittime esse stesse della distruzione di senso dell’esistere”. (“La dimensione contemplativa”, cit.)
La famiglia costruisce la pace. “La famiglia va collocata nel cuore della dignità umana. Se crolla la famiglia, crollano anche lo Stato e la società. Dunque la famiglia è una forza che costruisce la pace. […] Ogni impresa umana è destinata prima o poi a finire. Ma chi fonda una famiglia assai spesso dice o pensa l’impossibile”. (“La pace unisce nella famiglia”, in “Aris Sanità”, n. 1, gennaio 2008)
La speranza oltre la morte. “Fissare subito lo sguardo sul mistero di Dio può apparire in contraddizione con il tentativo, così forte in questo tempo, di conciliare fede e ragione, laicità e cristianesimo. E, invece, a ben guardare è proprio la ‘speranza oltre la morte’ a collocare su base solida quella dignità umana che il pensiero laico moderno giustamente considera la fonte dell’eguaglianza, della giustizia, della pace, della libertà, dei diritti umani”. (“ I dieci punti caldi”, in “Sì alla Vita”, gennaio 2006)