Nel quarto trimestre 2020 l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) diminuisce sia sotto il profilo congiunturale (-1,7%) sia su base annua (-7,3%); il Pil subisce una contrazione rispettivamente dell’1,9% e del 6,6%. Il tasso di occupazione (58,2) risulta invece in aumento rispetto al trimestre precedente (+0,3) anche se ancora in diminuzione su base annua (-0,8%). Lo certifica la “Nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione” diffusa oggi da ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal.
Dai dati diffusi, emerge che in termini tendenziali, l’occupazione dipendente continua a ridursi con riferimento agli occupati (-1,6%) e alle posizioni lavorative dei settori dell’industria e dei servizi (-1,7%). I dati delle Comunicazioni obbligatorie (Co), che includono tutti i settori di attività economica, invece mostrano un aumento delle posizioni lavorative (+278mila rispetto al quarto trimestre del 2019), concentrato nei comparti dell’istruzione e dei servizi alle famiglie; per i dati dell’Inps-Uniemens, il calo mostra un rallentamento (-660mila posizioni rispetto a -680mila rilevate al 30 settembre 2020).
Su base annua, per le posizioni lavorative a tempo indeterminato prosegue la crescita, seppur in rallentamento, nei dati delle Co (+333mila in un anno; era +346mila nel terzo trimestre 2020, +352mila nel secondo e +428mila nel primo) e anche nei dati Uniemens (+275mila posizioni rispetto al quarto trimestre 2019). La dinamica delle posizioni a tempo determinato risulta ancora negativa nei dati delle Co (-55mila) e, soprattutto, nei dati Uniemens riferiti alle sole imprese private (-935mila unità), che registrano la situazione a fine periodo e comprendono anche il lavoro in somministrazione e intermittente.