Scuote l’intera Colombia il caso dell’ennesima leader indigena uccisa. Stavolta il delitto è particolarmente efferato perché María Bernarda Juagibioy, leader della comunità Camentzá Biyá, nel dipartimento meridionale del Putumayo, è stata uccisa assieme alla nipote di 17 mesi. La leader sociale era in moto con altre donne della sua etnia ed è stata bloccata da un commando, che ha aperto il fuoco contro di lei e la bimba.
Sul caso interviene la diocesi di Mocoa Sibundoy, con una nota della Pastorale sociale Caritas. “Manifestiamo totale condanna per l’assassinio”, scrive il direttore dell’organismo diocesano, padre Luis Hernán Miramag. “Rivolgiamo un appello ai gruppi ai margini della legge perché manifestino attenzione umanitaria e rispettino la dignità della persona umana e la sacralità della vita”.
La diocesi si rivolge anche allo Stato e alle istituzioni chiamate a rispettare i diritti umani: “Le invitiamo a operare per la difesa della vita e dei diritti umani, chiediamo con forza maggior impegno e risultati effettivi, perché cessino gli omicidi, perché non rimangano impuniti questi fatti criminali e prevalga la giustizia per il bene del popolo del Putumayo”.