I tagli drastici nella disponibilità e nell’uso di servizi sanitari pubblici essenziali in tutta l’Asia meridionale a causa del Covid-19 potrebbero aver contribuito a un numero stimato di 228.000 morti in più fra i bambini nel 2020. Si prevedono anche circa 11.000 morti materne in più. È il drammatico dato che emerge dal nuovo rapporto commissionato dall’Unicef e sostenuto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa). C’è stato anche un calo dell’80% del numero di bambini piccoli curati per la malnutrizione acuta grave in Nepal e Bangladesh, e un forte calo delle vaccinazioni dei bambini in Pakistan e India. Cliniche e altre strutture sanitarie sono state chiuse e molti programmi vitali per la salute e la nutrizione sono stati interrotti, mentre la regione lotta per contenere i casi di Covid-19, che alla fine del 2020 ammontavano a 11 milioni. Il rapporto invita “a rendere i servizi sanitari essenziali per le donne in stato di gravidanza, gli adolescenti e i bambini più piccoli una priorità assoluta. È inoltre vitale rafforzare le catene di approvvigionamento per la consegna di vaccini e altri medicinali essenziali per i bambini”. Circa 420 milioni di bambini in Asia meridionale rimangono fuori dalla scuola a causa delle misure di controllo della pandemia. Il rapporto avverte che 4,5 milioni di ragazze probabilmente non torneranno mai a scuola. Concentrandosi sui sei Paesi più popolosi dell’Asia meridionale (Afghanistan, Bangladesh, Nepal, India, Pakistan e Sri Lanka), il rapporto evidenzia che l’aumento dei livelli di disoccupazione, povertà e insicurezza alimentare causato dalla pandemia ha ulteriormente minato la salute pubblica. Le organizzazioni Onu chiedono quindi “programmi di trasferimento di denaro per le famiglie più povere”.