Perù: elezioni presidenziali l’11 aprile. Vescovi, “grande responsabilità dei candidati, mentre viviamo crisi multidimensionale”

Entra nel vivo in Perù la campagna elettorale per le elezioni presidenziali e parlamentari dell’11 aprile, caratterizzata da generalizzata sfiducia, incertezza e frammentazione. Un appuntamento che coincide con “una delle peggiori crisi della nostra vita repubblicana”, perché di carattere multidimensionale (sanitaria, economica, morale, educativa e politica). Lo affermano i vescovi peruviani, in un messaggio diffuso ieri. Alla crisi generalizzata, si aggiungono “l’alto livello di corruzione di autorità e funzionari pubblici e gli sterili scontri tra poteri dello Stato, in Parlamento, persino, all’interno degli stessi partiti politici, insieme ai tentativi di introdurre nel nostro Perù ideologie contrarie alla famiglia e alla vita”, è l’allarme della Conferenza episcopale peruviana (Cep). Situazioni che fanno pensare a una classe politica che, “con alcune eccezioni, è diventata autoreferenziale e vive dando le spalle al popolo”. Se il rischio è quello che “il popolo peruviano perda la speranza e cada in una depressione collettiva”, tuttavia “coloro che si presentano come candidati a queste elezioni hanno una responsabilità maggiore di coloro che li hanno preceduti”. Tutti, “che siano eletti o no, hanno oggi la possibilità di collaborare alla necessaria riabilitazione della politica e al rafforzamento della società”. Prosegue il messaggio: “Sono richiesti il lavoro e lo sforzo congiunto di ciascun peruviano, poiché da questa crisi o si esce insieme o non si esce”.
Per questo, “chiediamo ai partiti politici e ai loro candidati di bandire epiteti umilianti e offese contro i loro rivali dalle campagne elettorali e di dare priorità alla presentazione di proposte non demagogiche ma serie e praticabili, mantenendo sempre aperta la possibilità di un dialogo rispettoso con i diversi attori della vita sociale, economica, culturale, educativa e politica del Paese. Chiediamo ai media di collaborare per questo obiettivo”. I vescovi avvertono che “una buona politica richiede candidati onesti e responsabili, con spirito di servizio, capaci di dialogo e di costruire ponti per il bene comune”. Nel messaggio si chiede anche “una politica non subordinata all’economia e al paradigma efficientista della tecnocrazia, ma capace di orientare in vista di un progetto più grande di sviluppo umano integrale”. Infine, i vescovi si rivolgono alla cittadinanza, chiedendo di non lasciarsi trascinare dai cambiamenti d’opinione veicolati dai social network e di esprimere un “voto cosciente e informato”.

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