Complessivamente, il 71% tra i 18-69enni italiani dichiara che sarebbe disposto a vaccinarsi (il 33% risponde che lo farebbe senza esitazione, il 39% lo farebbe con molta probabilità). È quanto emerge dai dati delle sorveglianze “Passi” e “Passi d’argento” realizzati dalle Aziende sanitarie locali (Asl), in collaborazione con le Regioni e coordinati a livello nazionale dall’Istituto superiore di sanità e pubblicati nel rapporto “Passi e Passi d’argento e la pandemia Covid-19”.
Dai “dati raccolti, in gran parte, nelle settimane precedenti la disponibilità dei vaccini”, spiega l’Iss, “si osserva una maggiore disponibilità tra le persone più istruite a vaccinarsi (74% fra le persone con diploma di scuola superiore o laurea vs. 64% fra chi ha conseguito al più la licenzia media)”. “Gli uomini – viene rilevato – sarebbero più propensi a vaccinarsi (74%), come pure i più giovani e i più anziani, oltre agli adulti che hanno almeno una patologia cronica (74% vs. 70% di chi non riferisce patologie croniche). Fra gli ultra 65enni la disponibilità a vaccinarsi è decisamente più alta che nel resto della popolazione: l’84% dichiara che sarebbe disposto a farlo (il 54% senza esitazione, il 30% risponde che lo farebbe con molta probabilità), senza sostanziali differenze nei sottogruppi della popolazione, salvo la maggiore propensione degli uomini (88%)”.
Inoltre, il 49% del campione di intervistati di 18-69 anni ritiene che sia molta (o abbastanza) la probabilità di ammalarsi di Covid-19 da lì a 3 mesi, per se stessi o per i propri familiari. “Questa percezione – si legge – è ancora più alta tra i più giovani di 18-34 anni (55%), forse perché consapevoli delle loro maggiori occasioni di esposizione, per attività lavorativa svolta o contatti sociali, come pure per le donne, che sono più attente alla cura del corpo (53%), e ancor più tra chi riferisce difficoltà economiche (59%)”. Il 35% degli intervistati ritiene che nel caso di Covid-19 gli esiti possano essere gravi o molto gravi, percezione che aumenta significativamente con l’età (48% fra i 50-69enni) e fra le persone con patologie croniche (64%), oltre per chi dichiara difficoltà economiche (43%).
Infine, emerge che “i cittadini rispondono responsabilmente alle raccomandazioni/indicazioni sull’uso della mascherina” visto che “la quasi totalità degli intervistati riferisce di aver indossato ‘sempre’ la mascherina nel caso di uso dei trasporti pubblici e nei locali pubblici”.