“Non sono le leggi a salvare: l’individuo non cambia per un’arida serie di precetti, ma per il fascino dell’amore percepito e gratuitamente offerto. Basta leggere il capitolo 23 di Matteo”. Lo ha spiegato il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti al XXXI Corso sul foro interno promosso dalla Penitenzieria apostolica, al quale hanno partecipato “on line” quasi 900 persone. “È l’amore che si è manifestato pienamente in Gesù Cristo e nella sua morte in croce per noi”, ha proseguito Francesco: “Così l’Amore, che è Dio stesso, si è reso visibile agli uomini, in un modo prima impensabile, totalmente nuovo e perciò capace di rinnovare tutte le cose”. “Il penitente, che incontra, nel colloquio sacramentale, un raggio di questo amore accogliente, si lascia trasformare dall’amore, dalla grazia, iniziando a vivere quella trasformazione del cuore di pietra in cuore di carne”, ha osservato il Papa: “C’è una trasformazione che si dà in noi in confessione”. “Anche nella vita affettiva è così”, il commento: “Si cambia per l’incontro con un grande amore”. “Il buon confessore è sempre chiamato a scorgere il miracolo del cambiamento, ad accorgersi dell’opera della grazia nei cuori dei penitenti, favorendone il più possibile l’azione trasformante”, la raccomandazione di Francesco: “L’integrità dell’accusa è il segno di questa trasformazione che l’Amore opera: tutto è consegnato, perché tutto sia perdonato”.