“Un giornalismo trasformato dal Covid-19 che permetterà, in futuro, ai corrispondenti di scegliere gli eventi più importanti da seguire di persona, limitandosi agli online per gli altri”. “Una storia, quella del virus, che sarà la più importante per tutta una generazione di corrispondenti”. Un omaggio al popolo lombardo che ha saputo affrontare la prima ondata “con grande stoicità, forza, dignità” ma “forse rispetta di meno le misure antivirus di quanto si è portati a pensare”. È quanto è emerso durante l’incontro “Pandemia, un anno dopo. Pensieri e storie dal giornalismo e dalla diplomazia”, organizzato dall’ambasciatore italiano a Londra Raffaele Trombetta e trasmesso su Youtube, Facebook e Twitter. A intervenire sono stati cinque corrispondenti, Marco Varvello per la Rai in Gran Bretagna, Deborah Bonetti del Giorno, Silvia Sciorilli Borrelli che segue l’Italia per il “Financial Times”, Tom Kington a Milano per il “Times”, e Mark Lowen a Roma per la Bbc. “Il nostro modo di lavorare, qui all’ambasciata e nel mondo dei media, è cambiato per sempre”, ha detto l’ambasciatore Raffaele Trombetta mentre il corrispondente Rai Marco Varvello ha sottolineato come “lavorare da casa comporti una perdita di spazio privato molto importante”. “Qui a Londra sentiamo che ci stiamo lasciando alle spalle la pandemia”, ha detto ancora Varvello, “mentre in Italia questa percezione non c’è ancora”. Mark Lowen ha ricordato la commozione provata nel raccontare le storie di italiani che non avevano potuto riabbracciare i parenti prima che morissero durante la prima ondata.