“Il carattere festivo della domenica va considerato un saldo elemento della nostra identità culturale”. Lo affermano i vescovi polacchi nell’Appello al rispetto della domenica come giornata libera dal lavoro, pubblicato oggi a Varsavia. I presuli, ricordando “i 1.700 anni passati dal decreto dell’imperatore Costantino il quale, il 7 marzo dell’anno 321, dispose affinché il dies solis diventasse il giorno libero dal lavoro” sottolineano che “l’annullamento dell’obbligo di prestazione lavorativa da svolgere quel giorno, con il passar del tempo fece sì che la festa della Risurrezione divenne universale, contribuendo al rinsaldarsi del principio della domenica come giorno di Dio e dell’uomo”. Citando la lettera apostolica di Giovanni Paolo II Dies Domini (1998), i vescovi rammentano che “resta anche nel nostro contesto storico l’obbligo di adoperarsi perché tutti possano conoscere la libertà, il riposo e la distensione che sono necessari alla loro dignità di uomini, con le connesse esigenze religiose, familiari, culturali, interpersonali, che difficilmente possono essere soddisfatte, se non viene salvaguardato almeno un giorno settimanale in cui godere insieme della possibilità di riposare e di far festa”. Considerando “la difesa del carattere festivo della domenica un dovere”, i presuli sottolineano di “non poter accettare il dettame di varie organizzazioni e corporazioni impegnate nel commercio e nella distribuzione delle merci le quali, guidate solo dal desiderio del profitto, non considerano i costi della distruzione del tessuto sociale privato del collante qual è il vivere insieme il tempo libero e il festeggiare la domenica in famiglia e insieme a tutta la società”.