“Noi stiamo pregando tanto per questo viaggio perché la nostra terra sta sanguinando ed ha bisogno di pace”. E’ quanto hanno detto i ragazzi iracheni al Papa questa mattina incontrandolo a Casa Santa Marta. Poco prima delle 7 e prima di raggiungere l’aeroporto di Fiumicino per imbarcarsi sul volo per Baghdad, il Papa si è intrattenuto per alcuni momenti con circa 12 persone accolte dalla Comunità di Sant’ Egidio e dalla Cooperativa Auxilium, rifugiatesi in anni recenti in Italia dall’Iraq. A raccontarlo al Sir come è andato l’incontro è Angelo Chiorazzo, presidente della Cooperativa Auxilium che li ha accompagnati insieme a Daniela Pompei della Comunità di sant’Egidio e all’Elemosiniere, Card. Konrad Krajewski. “Il papa – racconta Chiorazzo – aveva il volto contento. Era evidente che stava partendo con una grande serenità nel cuore. È sceso dalle scale con la borsa in mano, si è soffermato a parlare tanto con loro. Un ragazzo si è voluto fare un selfie dicendo che avrebbe inviato la foto ai suoi genitori a Baghdad. È commovente vedere attraverso questi ragazzi con quanta attesa l’Iraq sta aspettando il Papa perché vedono in lui il segno di una speranza, l’attesa che presto anche nella loro terra, le armi cessino di fare morti e la pace possa finalmente germogliare”.
Ognuno dei ragazzi presenti, tutti di fede musulmana, ha una storia di sofferenza forte alle spalle e con ciascuno il Papa si è soffermato a parlare. Con Ali Ahmad Taha, 27 anni, curdo iracheno della città di Sulaymaniyya, ospite di Mondo Migliore dal dicembre 2019, il Papa ha avuto parole di conforto. Alì infatti è fuggito dall’Iraq dopo essersi rifiutato di arruolarsi e aver visto il fratello assassinato dall’ISIS. Ha attraversato Turchia e Grecia sul fondo di un camion, ma proprio alla fine del suo travagliato viaggio verso l’Italia, sul Raccordo Anulare di Roma, è scivolato ed è stato travolto. Gli è stata amputata la gamba destra al Policlinico Gemelli, che lo sta ancora seguendo per alcune terapie. Ahmed, Ghaleb e Rami Taha sono invece tre fratelli di 30-32-37 anni. Arrivati con i genitori in Italia nel 2010, oggi sono dipendenti della Cooperativa Auxilium. Youssif Ibrahim Al Tameemi, 24 anni, iracheno nato a Bagdad, di professione barbiere, è ospite di Mondo Migliore dove è arrivato nel dicembre del 2020. Quando ha saputo che avrebbe incontrato il Papa si è commosso e ha detto: “Il mio Paese sanguina da troppi anni, e spero con tutto il cuore che questo viaggio porti la pace. Ringrazio Papa Francesco perché con coraggio non è rassegnato alla guerra e va nel mio Paese chiedendo di essere tutti fratelli”. E poi ci sono Mohamed Hakel Abdulrahman, 30 anni, nato a Duhok nel Kurdistan iracheno e Shwan Lukman Kader, 28 anni di Bagdad, curdo iracheno. È a Mondo Migliore dal 2018. Ha detto: “Era tanto tempo che desideravo incontrare il Papa e non ci volevo credere quando mi hanno detto che ci voleva salutare prima di partire. Ero emozionatissimo e sono riuscito solo a dire che il cuore di tutti noi è con lui”.