Tv2000: “Allievi”. Morgante (direttore), “servizio pubblico è anche portare nelle case degli italiani l’impegno di giovani medici che mettono al centro la persona”

“Tv2000 ha creduto fin da subito in questo progetto: portare al grande pubblico le straordinarie storie di questi specializzandi che hanno risposto ad una vocazione è il giusto riconoscimento del loro servizio al Sistema sanitario nazionale e al Paese. Si cura la malattia ma soprattutto il malato, e la parola chiave è umanità. Il racconto della docu-serie ‘Allievi’ parte proprio da qui”. Parola di Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000, che intervenendo alla presentazione della docu-serie – sette puntate in onda su Tv2000 (canale 28 e 157 Sky) dal 15 marzo in seconda serata – spiega: “Protagonista della cura è la centralità della persona con i suoi bisogni e le sue aspirazioni. Siamo coscienti di esserci fatti carico di un messaggio di particolare valore. Chi avrà il piacere di vedere questa docu-serie resterà colpito dagli sguardi dei pazienti verso gli specializzandi. Un grazie spesso senza parole ma molto significativo”. “In questo tempo difficile di pandemia – conclude Morgante – per noi anche questo significa fare fare servizio pubblico: portare nelle case degli italiani le storie di questi bravissimi giovani medici e del loro impegno, attraverso un duro e lungo iter di formazione, per dare sollievo ai malati e ai loro familiari”. “Girare questa docu-serie – aggiunge Chiara Salvo, autrice di ‘Allievi’ – all’interno del Policlinico Gemelli in un periodo così complesso di emergenza sanitaria, è stata un’esperienza umana e professionale indimenticabile. Tutti noi della troupe abbiamo toccato con mano cosa significhi nel profondo sentire la vocazione del medico e cosa comporti per 12, 13 ore al giorno prendersi cura dei malati. È stato bellissimo lavorare con questi ragazzi, vedere il rapporto commovente di cura e tenerezza che hanno con i pazienti”, ma soprattutto “vedere come, dalla parte dei pazienti, sia fondamentale essere curati da medici che credono profondamente in questo lavoro, lo vivono come una vocazione che li ha requisiti e con cui possono cambiare il mondo”.

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