Giubileo lauretano: mons. Crociata (Latina), “la casa è luogo di grazia e di amore di Dio e della fecondità dello Spirito”

“La nostra diocesi sta sperimentando in questi giorni un tempo di grazia con la visita della statua della Madonna di Loreto, in occasione del giubileo per il centenario della sua intitolazione a patrona degli aeronauti”. Lo ha detto stasera mons. Mariano Crociata, vescovo di latina-Terracina-Sezze-Priverno, nella messa, celebrata nella chiesa di San Domenico Savio a Terracina, per la visita itinerante dell’effige sacra della Madonna di Loreto, nell’ambito del Giubileo lauretano.
Facendo riferimento al carisma di Loreto, che si lega alla santa Casa, il presule ha evidenziato: “La verità è che Dio abita i luoghi della vita ordinaria, non ama stare lontano dai luoghi e dalle condizioni in cui le persone ordinariamente svolgono le loro incombenze e conducono la loro esistenza. Proprio questo è il punto, che in realtà Dio non abita nelle chiese – con tutto il rispetto, e anzi l’adorazione, per Colui che è conservato nei tabernacoli e per tutti i segni sacri che popolano, e talora affollano, le nostre chiese – ma abita nei luoghi della vita, perché abita nei cuori delle persone”. E, ha aggiunto, “le persone non vivono in chiesa; nemmeno un prete vive in chiesa. La chiesa è luogo di raduno dell’assemblea dei credenti, per l’ascolto e la celebrazione (e in questi tempi di pandemia, magari qualcosa di più); ma poi la vita si incarica di chiederci di compiere tutte le incombenze necessarie per andare avanti là dove esse possono essere svolte, negli ambienti di lavoro, negli uffici e a scuola, per le strade e nei luoghi di ritrovo o di scambio, e prima di tutto nella casa. Nella casa si ritrova se stessi e ci possiamo prendere cura di noi stessi; soprattutto nella casa ci prendiamo cura gli uni degli altri, a cominciare da chi sta crescendo e da chi deve imparare l’arte che fa essere umani”. La santa Casa, perciò, “sta a ricordarci che questo è Dio e questo è venuto a fare sulla terra: vivere la casa e insegnare a vivere la casa, come luogo di grazia e di amore di Dio, luogo della fecondità dello Spirito, luogo che fa sorgere la vita di Dio e la fa crescere fino alla sua pienezza”. La casa può diventare, allora, “perfino un tempio sacro”: “è il luogo della fraternità; “ha la vocazione di rendere umano il mondo e di farlo diventare la grande casa della comunità umana tutta intera”; è “il simbolo della famiglia”.

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