“Con gioia l’Azione cattolica italiana ha appreso la notizia della beatificazione di Armida Barelli, fondatrice della Gioventù femminile e ‘sorella maggiore’ per tante giovani donne che si dedicarono all’opera evangelizzatrice nell’Italia della prima metà del Novecento”. Lo afferma Matteo Truffelli, presidente nazionale di Ac. L’associazione fa parte del Comitato per la beatificazione della Barelli, assieme all’Università Cattolica e all’Istituto secolare delle Missionarie della regalità di Cristo. “La vita di Armida racconta una storia ricca d’iniziativa, di coraggio, di libera assunzione di responsabilità, di impegno: una vita spesa nell’apostolato operoso, che ha dato forma – spiega Truffelli – a un nuovo ruolo delle giovani e delle donne nella Chiesa e nella società. Armida, una donna tra due secoli, attraversò le sfide dell’epoca con la forza della sua fede incrollabile, divenendo esempio limpido per moltissime donne che, seguendo le sue orme, hanno scelto e scelgono ancora oggi di mettersi a servizio della Chiesa”.
Attraverso la sua “instancabile opera”, la Gioventù femminile “si radicò in tutto il territorio nazionale, divenendo il ramo dell’Ac più numeroso per aderenti: viaggiando da nord a sud e percorrendo strade inesplorate nell’annuncio del Vangelo, Armida incontrò migliaia di giovani donne suscitando in tutte una fede creativa, audace, coraggiosa ed entusiasta, muovendo in loro il desiderio di coinvolgere molte altre persone in questa missione”. Nelle associazioni diocesane di Ac “ci sono stati e ci sono ancora oggi numerosi esempi di donne come Armida, che hanno raccolto negli anni la sua eredità portando avanti con entusiasmo contagioso l’opera di evangelizzazione della ‘sorella maggiore’”. Per questo, conclude il presidente nazionale Truffelli, “l’Azione cattolica si rallegra con la Chiesa tutta, certa che la beatificazione di Armida Barelli possa essere per le giovani generazioni esempio di dedizione e di amore”.