“Se la nostra vita di fede, singola e comunitaria, sarà ancora contrassegnata da misure di sicurezza, non dovrà diventare un tempo di vita cristiana vissuta con il freno a mano tirato”. Lo scrive il vescovo di Faenza, mons. Mario Toso, nell’editoriale pubblicato da “il Piccolo” in riferimento alla Quaresima, vissuta anche quest’anno in tempo di pandemia. “La Quaresima non deve tramutarsi in un tempo di abbassamento della temperatura spirituale – è il monito del presule –, del calore della fornace che lo Spirito d’amore accende in noi, della tensione ascetica”. Piuttosto l’“aspra” esperienza della pandemia sollecita a “vivere più intensamente, con verità, un tempo di penitenza e di rinnovamento per la Chiesta intera”. “La pandemia ci obbliga a misurarci, senza finzioni, con la fragilità umana che non può più essere nascosta dietro una millantata onnipotenza umana”, osserva mons. Toso. Il vescovo sottolinea, inoltre, che “il male prodotto dal Covid-19 ci ha condotti a toccare il fondo e, nello stesso tempo, a ricordare che nella nostra vita operano forze tragiche e destrutturanti l’equilibrio del nostro spirito”. Ma – avverte – “solo l’amore più che umano, donatoci dallo Spirito di Cristo può aiutare ad aprirci e a soccorrere i nostri fratelli e le nostre sorelle, conducendoci a comprendere il senso della vita e della morte”.
Infine, l’obiettivo della Quaresima, che “punta alla nostra guarigione, a una rinascita”. “Con la penitenza siamo chiamati a purificarci da ogni vecchiezza, a portare a compimento la nostra identità, raggiungendo la misura della pienezza dell’amore di Cristo, vissuto nel suo mistero di morte e di risurrezione”.