“È terribile che l’agenzia governativa per la qualità del sistema sanitario (Care Quality Commission) abbia documentato che sia stato dato ordine di non rianimare disabili cognitivi malati di Covid negli ospedali britannici. Dimostra che esiste una vera discriminazione nei confronti dei portatori di handicap e che la loro vita non viene considerata degna di essere vissuta”. Con queste parole Antonia Tully, portavoce della “Società per la protezione dei bambini non nati”, una delle associazioni del movimento per la vita britannico, commenta per il Sir i risultati dell’ultima inchiesta dell’agenzia incaricata dal governo britannico di vigilare su ospedali e Rsa. Secondo la Care Quality Commission molti disabili cognitivi, benché trenta volte più a rischio rispetto ai loro coetanei normodotati, di ammalarsi di Covid non sono stati sottoposti a ventilazione e sono stati lasciati morire. “Purtroppo si tratta di un atteggiamento diffuso nella società britannica, la tendenza a discriminare chi è più vulnerabile, si tratti di bambini non nati o di portatori della sindrome di Down”, aggiunge Antonia Tully. “Già nelle prime settimane della pandemia gli stessi ordini di non rianimare sono stati applicati ad anziani che erano stati colpiti dal virus. Colpisce il cinismo di chi, in una situazione nella quale siamo tutti impegnati a proteggere e difendere la vita dei più deboli, decide che queste persone cosi vulnerabili non hanno diritto di vivere”.