“La pandemia ha creato una situazione inedita, coprendo anzitutto e soprattutto i nostri volti. I vostri volti resi irriconoscibili dai presidi di protezione, così complessi e pesanti persino da indossare, ma necessari nelle corsie di questo ospedale. Credo che una sfida, direi meglio una chiamata, che Dio ci fa in questo tempo doloroso e misterioso sia proprio quella di essere capaci di riconoscere il volto di chi sembra non avere più volto”. Lo ha detto mons. Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), nella messa celebrata questa mattina al Policlinico militare del Celio, per la Giornata del malato. Nella sua omelia, tutta dedicata alla centralità del malato, mons. Marcianò ha ribadito che in questa storia della pandemia “tutto ha un sens, e il senso della sofferenza umana è un abisso che non può essere mai completamente conosciuto e spiegato: è e rimane mistero, così come rimane mistero quel volto che esprime la persona ma non la esaurisce, ancor più quando è straziato e trasformato dal dolore”. “Dinanzi a questo mistero voi, cari medici e operatori sanitari, ci insegnate ad accostarci con la coraggiosa vicinanza e la delicata riverenza che si addice a una dignità che non è mai persa; perché nessun essere umano, mai, potrà perdere il proprio volto, neppure se sfigurato, occultato, invisibile e la dignità traluce sempre, nella vita sofferente, disabile, prenatale, morente; nella vita di chi rifiuta la sua stessa vita, forse perché ne ha smarrito il senso”. “È nella malattia – ha aggiunto l’arcivescovo castrense – che sentiamo il bisogno dell’altro e sperimentiamo in maniera evidente la nostra dipendenza da Dio. Le grandi cose che siamo chiamati a fare sono fatte in realtà da Dio stesso. È il segreto che genera inspiegabile pace in chi vive la sofferenza e in chi, come voi, si sforza di curarla e accompagnarla, accarezzandone il volto, certo di partecipare, così, all’opera di Colui che è il solo Maestro e Medico, il Creatore e il Padre della Vita”. Durante la messa è stato benedetto un quadro raffigurante San Riccardo Pampuri, ufficiale medico. Richiamando le parole del messaggio del Papa per la Giornata del malato, mons. Marcianò ne ha ricordato la testimonianza di militare, medico e religioso, “vissuta in un servizio che lo ha fatto maestro alla maniera di Gesù, rendendolo capace di ‘cose grandi’”. Non è mancato, infine, un sentito ringraziamento di mons. Marcianò a tutto il Policlinico militare per le cure ricevute durante il suo ricovero per il Covid-19: “Porterò sempre in cuore la gratitudine e il ricordo della professionalità e dedizione che vi rendono capaci di fare cose grandi, per i malati e i sofferenti”.