Argentina: ondata di violenza a Rosario. Arcidiocesi, “il popolo sente di non ricevere risposte”

La Pastorale sociale dell’arcidiocesi di Rosario (Argentina, provincia di Santa Fe) si pronuncia, in seguito ai precedenti interventi dell’arcivescovo Eduardo Eliseo Martín, “ancora una volta di fronte all’escalation di morte e attentati contro la vita”, che si manifestano in più modi, e in modo più forte e grave, “a causa del tempo trascorso senza azioni per correggerli e a causa della pandemia”. Sono 11 gli omicidi commessi solo nell’ultima settimana.
La lettera mette in evidenza che tali attentati contro la vita non sono solo provocati “dall’insicurezza, dal traffico di droga, dai femminicidi e dalla violenza interpersonale, ma anche da altri sintomi di questa terribile malattia: disoccupazione, perdita del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, povertà, fame e malnutrizione, carenze educative, abuso di anziani e malati, abuso e abbandono di minori, aborto, dipendenze, malattie prevenibili, discriminazione, corruzione, manipolazione mediatica delle coscienze e una lunga lista di calamità aggravatesi nel tempo”.
Nel cercare le cause di questa situazione, il documento dell’arcidiocesi afferma che esse vanno anzitutto cercate “nei nostri cuori, la cui meschinità si riflette nelle strutture ingiuste e disumanizzate che ci opprimono”.
Prosegue la nota: “Insistiamo sul fatto che tutti abbiamo delle responsabilità, ma che quelli con più risorse e potere ne hanno di maggiori. Ecco perché va sottolineata quella di coloro che noi cittadini abbiamo scelto per governarci e gestire il bene comune. Sono troppi il dolore e la paura del nostro popolo che a sua volta soffre di più perché sente di non ricevere risposte”.

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