Secondo il Parlametro 2020, sondaggio del Parlamento europeo condotto tra novembre e dicembre 2020, il 33% degli italiani ritiene che tra un anno le proprie condizioni di vita saranno peggiori delle attuali, il 45% uguali, il 19% migliori, ma il 46% pensa che il Paese Italia andrà peggio, per il 35% meglio, per il 26% nulla sarà diverso dall’oggi. Il 69% degli intervistati crede che il Recovery Plan consentirà all’Italia di riprendersi più in fretta dalle ricadute economiche della pandemia; il 26% invece non ci crede. E sono anche di più (45%) gli italiani che ritengono che nell’Ue “le cose stiano andando nella direzione sbagliata”; il 31% crede che la direzione sia quella giusta. In ogni caso è solo il 39% a pensare che sia un bene per il nostro Paese far parte dell’Ue, per il 16% è un male, per il 44% non fa né caldo né freddo. Ciononostante il 52% degli italiani dice che l’Italia ha tratto vantaggi dalla sua appartenenza all’Ue, per il 42% non è vero. Tra i vantaggi, compare in cima alla lista “l’appartenenza migliora la cooperazione con gli altri Paesi Ue”, contribuisce a mantenere la pace, offre opportunità di lavoro e una voce più forte, e – al 5° posto – “contribuisce alla crescita economica”. Riguardo invece al ruolo del Parlamento europeo, il 37% degli italiani dà una valutazione positiva, il 17% negativa, il 46% neutra; è il 59% a chiedere un ruolo più importante, il 30% sarebbe contento con un ruolo meno importante, per il 7% va bene così.
Quanto agli ambiti su cui dovrebbe lavorare il Parlamento, la priorità, Sempre secondo gli italiani intervistati, va alle misure per ridurre la povertà e disparità sociali (in linea con le richieste degli altri cittadini europei), ma al secondo posto ci sono a pari merito la lotta alla disoccupazione, (che per i concittadini europei è al 7° posto), l’ambiente, la lotta al terrorismo e l’accesso a un’istruzione di qualità per tutti. I valori europei che stanno cari ai nostri concittadini sono l’uguaglianza tra uomini e donne, la solidarietà tra i Paesi Ue, la protezione mondiale dei diritti umani e la libertà di parola.