“La criminalità internazionale sfrutta i buchi nei controlli alle frontiere sul commercio di cibi e bevande che favoriscono l’arrivo di prodotti di bassa qualità ma anche pericolosi traffici illeciti”. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’importante operazione condotta dai funzionari doganali e dai militari della Guardia di Finanza che, con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione all’Agenzia, sono riusciti ad individuare lo stupefacente nascosto in tre container carichi di caffè, carne congelata e frutta esotica provenienti i primi due dal Brasile ed il terzo dall’Ecuador. “A detta della Corte dei conti europea – sottolinea l’associazione – i controlli doganali per i prodotti extracomunitari presentano infatti debolezze e lacune nel Vecchio Continente”. “Le agromafie – continua Coldiretti – si infiltrano nel settore agroalimentare che spesso viene utilizzato come copertura o per il lavaggio del denaro sporco con inventi investimenti che vanno dalla produzione al trasporto, dai ristoranti alla distribuzione commerciale con un volume d’affari è salito a 24,5 miliardi di euro con attività che riguardano l’intera filiera del cibo, approfittando anche della crisi causata dall’emergenza coronavirus”. “La globalizzazione senza regole che ha favorito l’intensificazione degli scambi commerciali tra i continenti – evidenzia l’associazione – ha agevolato anche il narcotraffico da Paesi come il Brasile dal quale le importazioni di cibi e bevande in Italia sono aumentate superando nel 2020 in valore il miliardo di euro”. Una situazione che minaccia di aggravarsi con gli accordi di libero scambio tra l’Ue ed i Paesi del mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (Mercosur) su alcuni dei quali peraltro – conclude Coldiretti – gravano pesanti accuse per i rischi di sicurezza alimentare e per lo per sfruttamento del lavoro minorile per prodotti che arrivano anche in Italia secondo il Dipartimento del lavoro Usa”.