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Svezia: leader delle Chiese scrivono al governo. “Misure anti-Covid siano più congruenti. Perché nella cattedrale di Uppsala solo 8 persone?”

La ministra svedese per la cultura, Amanda Lind

I leader delle chiese cristiane in Svezia hanno scritto al ministro per la cultura Amanda Lind chiedendo che vengano “riesaminate le incongruenze delle misure che colpiscono le comunità religiose”. “Le restrizioni alla vita di culto e ad altre attività parrocchiali sono quotidiane e dolorose ma vengono svolte in modo solidale per ridurre la diffusione dell’infezione e proteggere così la vita e la salute. Ma c’è frustrazione”, si legge nella lettera. “È strano che una palestra per il corpo sia autorizzata a radunare persone secondo la regola del metro quadrato, mentre una palestra per l’anima e lo spirito possa riunire solo otto persone, indipendentemente dai suoi metri quadrati di superficie e dal volume d’aria che può contenere”. Se per chiese come la cattedrale di Uppsala, si usasse lo stesso criterio imposto a negozi e altri spazi, essa potrebbe contenere 273 persone contro le 8 attualmente permesse. “Siamo consapevoli che molti fattori giocano un ruolo nel prevenire la diffusione del contagio: il numero di bagni e la progettazione di ingressi e uscite, attività come il canto e la raccolta di offerte e altro ancora”, si legge: “Ne siamo consapevoli e lavoriamo per un’azione responsabile nelle nostre comunità”. Ma “cresce il desiderio di incontrarsi di nuovo” e le celebrazioni in digitale “non bastano”. Servono le “misure più accurate” che il governo ha promesso. Perché l’incoerenza “mina la fiducia” e “la libertà di religione e la possibilità di praticarla, individualmente e insieme, sono un diritto tutelato dalla Costituzione”.

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