“Molto complicata la visita a Mosca” per l’Alto rappresentante Ue Joseph Borrell: in un articolo che appare sul sito del Servizio per l’azione esterna Ue, è lo stesso Borrell a tracciare un bilancio dello “stato delle relazioni Ue-Russia”, che si stanno “rapidamente deteriorando”. Lo scopo della missione era “esprimere direttamente la forte condanna dell’Ue” per le vicende legate ad Alexej Navalny e agli arresti. E da quanto emerge dal racconto di Borrell, la cosa non è stata ben accolta: una conferenza stampa “organizzata in modo aggressivo”, “l’espulsione di tre diplomatici dell’Ue durante la mia visita” (e la richiesta “al ministro Lavrov di revocare questa decisione, ma inutilmente”): le autorità russe non hanno usato l’opportunità “per avere un dialogo più costruttivo con l’Ue”. “Dovremo trarne le conseguenze, riflettere attentamente sulla direzione che vogliamo dare alle nostre relazioni con la Russia e procedere in modo unitario con determinazione”. Borrell racconta anche di “alti livelli di tensione” nei dialoghi con Lavrov quando ha chiesto il rilascio di Navalny e indagini imparziali sull’avvelenamento. Lo sperato incontro con l’attivista non c’è stato, ma solo contatti con i suoi più vicini sostenitori.
Oltre che con le parole, Borrell ha espresso “il sostegno dell’Ue ai diritti umani e alle libertà politiche rendendo omaggio a Boris Nemtsov, figura di spicco dell’opposizione, sul ponte dove è stato assassinato sei anni fa”. Con Lavrov, Borrell ha passato in rassegna anche tutti “i conflitti nelle nostre immediate vicinanze”: “Russia e Ue rimangono il più delle volte in disaccordo”. “Sono tornato a Bruxelles con profonde preoccupazioni per le prospettive di sviluppo della società russa e per le scelte geostrategiche della Russia”, conclude Borrell, e con l’impressione che “la Russia si stia progressivamente scollegando dall’Europa e consideri i valori democratici come una minaccia esistenziale”. Quindi “siamo a un bivio” e la scelta che si pone è “se avanzeremo verso modelli più cooperativi o più polarizzati, basati su società chiuse o più libere”. Ora la questione sarà portata al tavolo dei ministri degli esteri dell’Ue, che dovranno “decidere i prossimi passi”.