“Vivere la spiritualità con coerenza e realismo”. È l’esortazione del Papa, nella parte finale del discorso rivolto al Movimento dei Focolari, ricevuti in udienza in Aula Paolo VI in occasione della loro Assemblea generale. “La meta ultima del vostro carisma – ha ricordato Francesco – coincide con l’intenzione che Gesù ha presentato al Padre nella sua ultima, grande preghiera: che ‘tutti siano una sola cosa’ (Gv 17,21), ben sapendo che essa è opera della grazia del Dio Uno e Trino: ‘Come tu, Padre sei in me e io in te, siano anch’essi in noi’”. Di qui l’impegno “in una duplice prospettiva: al di fuori del Movimento e all’interno di esso”. Per quanto riguarda l’agire all’esterno, il Papa ha incoraggiato i membri del Movimento dei Focolari “ad essere – e in questo la Serva di Dio Chiara Lubich ha dato tanti esempi! – testimoni di vicinanza con l’amore fraterno che supera ogni barriera e raggiunge ogni condizione umana. Superare le barriere, non avere paura! È la strada della prossimità fraterna, che trasmette la presenza del Risorto agli uomini e alle donne del nostro tempo, a partire dai poveri, dagli ultimi, dagli scartati; lavorando insieme alle persone di buona volontà per la promozione della giustizia e della pace”. “Non dimenticare che la vicinanza, la prossimità è stato il linguaggio più autentico di Dio, fino ad arrivare al Verbo che si è fatto carne”, ha aggiunto a braccio: “La vicinanza è lo stile di Dio, è il linguaggio più autentico”. Circa l’impegno all’interno del Movimento, Francesco ha esortato a “promuovere sempre più la sinodalità, affinché tutti i membri, in quanto depositari dello stesso carisma, siano corresponsabili e partecipi della vita dell’Opera di Maria e dei suoi fini specifici”. “Chi ha la responsabilità del governo, è chiamato a favorire e attuare una trasparente consultazione non solo in seno agli organi direttivi, ma a tutti i livelli, in virtù di quella logica di comunione secondo la quale tutti possono mettere al servizio degli altri i propri doni, le proprie opinioni nella verità e con libertà”, ha puntualizzato il Papa, invitando infine, “ad imitazione di Chiara Lubich”, a rimanere “sempre in ascolto del grido d’abbandono di Cristo in croce, che manifesta la misura più alta dell’amore. La grazia che ne deriva è in grado di suscitare in noi, deboli e peccatori, risposte generose e a volte eroiche; è in grado di trasformare le sofferenze e persino le tragedie in fonte di luce e di speranza per l’umanità. In questo passare dalla morte alla vita si trova il cuore del cristianesimo e anche del vostro carisma. Vi ringrazio tanto per la vostra gioiosa testimonianza al Vangelo che continuate ad offrire alla Chiesa e al mondo”. “Gioiosa testimonianza”, ha proseguito a braccio: “si dice che i focolarini sorridono sempre”. “Mi ricordo una volta che ho sentito palare dell’ignoranza di Dio”, ha scherzato Francesco: “Ci sono quattro cose che Dio non sa: cosa pensano i gesuiti, quanti soldi hanno i salesiani, quante Congregazioni di suore ci sono e di cosa sorridono i focolarini”.