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Mutilazione genitale femminile: Commissione Ue, “non è una pratica legata a cultura o tradizioni, ma un reato e una violazione dei diritti umani”

La Commissione Ue riunita a Bruxelles (foto SIR/European Commission)

“Nessuna donna o ragazza dovrebbe subire alcuna forma di violenza”. La mutilazione genitale femminile costituisce una grave violazione dei diritti umani e un atto di violenza contro donne e ragazze”. In vista della Giornata internazionale della tolleranza zero nei confronti della mutilazione genitale femminile, che cade il 6 febbraio, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri Josep Borrell, e le commissarie Ue Věra Jourová, Dubravka Šuica, Helena Dalli e Jutta Urpilainen, hanno collettivamente ribadito il “fermo impegno dell’Ue a favore dell’eradicazione della mutilazione genitale femminile”. Affermano: “Si stima che oltre 200 milioni di donne e ragazze in tutto il mondo abbiano dovuto subirla. In Europa almeno 600mila donne e ragazze sono costrette a viverne le conseguenze, che spesso compromettono gravemente salute e benessere, mettendo addirittura a repentaglio la loro vita. La Covid-19 ha ostacolato i programmi di prevenzione, pregiudicando gravemente i progressi verso l’eliminazione di questa pratica efferata: ogni passo indietro mette a rischio migliaia di donne e ragazze”. La mutilazione genitale femminile “non può essere giustificata come pratica legata a cultura o tradizioni: è un reato e una violazione dei diritti umani. Molte persone e comunità stanno abbandonando questa pratica: un cambiamento è possibile ed è già in atto”.

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