La salute è “un diritto inviolabile di ogni persona”, eppure “oggi non è garantita a tutti”, afferma in un’intervista al Sir Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi. “In Italia – aggiunge – nessuno si è chiesto quale sia stata l’incidenza e la mortalità del Covid sulla disabilità, e i disabili sono stati dimenticati dal piano nazionale di vaccinazione elaborato dal ministero della Salute”. Dopo avere denunciato la mancanza dell’inserimento in questo piano delle persone disabili e dei loro caregiver tra le categorie da vaccinare con priorità, il 2 febbraio Di Maolo ha lanciato una petizione diretta al governo, al suddetto ministero e alle amministrazioni regionali con la richiesta di un rapido intervento correttivo per colmare questa “grave lacuna” espressione anch’essa, di quella “frattura sanitaria che diventa anche frattura sociale”, evidenziata nei giorni scorsi dal cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti in apertura dei lavori del Consiglio episcopale permanente. “Abbiamo bisogno del vaccino – insiste la presidente del Serafico – per mettere in sicurezza le vite fragili dei nostri ragazzi”. Ma l’appello è stato fatto anche pensando ai tanti giovani disabili chiusi in casa con i genitori, “che hanno bisogno di tornare alla normalità e sono i più esposti al rischio”.
“Intollerabile”, conclude, che molte persone oggi rinuncino alle cure. La salute è correlata “con il livello di istruzione, il lavoro, il reddito (e quindi anche la povertà), l’ambiente in cui si vive quotidianamente”; dimensioni di cui la politica deve tenere conto di fronte allo “tsunami sociale” causato dalla pandemia.