In Libano crescono i contagi e il numero di vittime nei campi dove vivono oltre 300mila palestinesi. È la denuncia dell’ong “Un ponte per” (Upp) che parla di “condizioni di vita già molto fragili prima della pandemia e oggi diventate insostenibili. Soprattutto per bambine e bambini, che stanno pagando il prezzo più alto”. In una nota Upp informa che sta lavorando “per attrezzare i Centri educativi del nostro partner Assomoud, presenti in tutti i 12 campi ufficiali (in Libano vivono oltre 1,5 milioni di palestinesi e siriani, ndr) che accolgono i rifugiati/e palestinesi, con prodotti igienizzanti, dispositivi di protezione e barriere in plastica per permettere la ripresa della didattica in presenza nelle classi di sostegno scolastico, viste le difficoltà delle famiglie ad accedere ai dispositivi necessari alla didattica a distanza e a connessioni stabili”. Prossimo passo sarà la distribuzione di oltre 1.700 mascherine a bambini e bambine, realizzate da un gruppo di donne del campo di Shatila, e mascherine in plastica trasparente per 145 tra insegnanti, operatori e operatrici dei Centri. Questo permetterà alle bambine e ai bambini di interagire con meno difficoltà con il corpo insegnante”. Upp lancia un appello per attivare “un sostegno a distanza e accompagnare così le famiglie palestinesi che vivono in Libano. In questo modo si garantirà alle bambine e ai bambini palestinesi – e alle loro famiglie – programmi educativi, classi di sostegno e di recupero le famiglie, oggi ancora più in difficoltà economica a causa della pandemia, fornendo il materiale scolastico necessario e contribuendo alle spese scolastiche”. Per informazioni e adesioni: https://figlidellostessomondo.it/