“Non possiamo più assistere inermi alla distruzione di ciò che ancora pensavamo nessuno potesse rubarci, la dignità di essere cittadini e cristiani convinti per questo di voler alzare la testa e dire ‘io non ci sto e non accetto che la mia terra e la mia Chiesa possa venire mortificata e degradata dalle losche logiche di chi pensa che è tutto lecito e tutto possibile nel nome del proprio tornaconto e interesse, molte volte illecito'”. Lo riporta una nota dell’Ufficio di Pastorale sociale della curia arcivescovile e del Consiglio pastorale cittadino di Agrigento, condiviso da buona parte dei sindaci della provincia agrigentina. L’iniziativa dopo la notizia di disabili picchiati a Licata e il susseguente appello del sindaco Galanti, la lettera dei due arcivescovi, l’operazione “Xydi” e l’appello del prefetto per un “riscatto e intervento di tutta la comunità”. “Dobbiamo rialzare la testa, dobbiamo ricordarci della nostra dignità di uomini e donne che hanno dato allo Stato e alla nostra storia figure e personalità eccellenti, non possiamo continuare a stare alla finestra mentre poche decine di persone che amano solo delinquere rovinino e deturpino la dignità e l’onorabilità di tutta una comunità”.