“È evidente che si tratta di un frutto nato dal Documento sulla Fratellanza e di un passo davvero significativo perché tutto il mondo, almeno una volta all’anno, si ricordi che siamo tutti fratelli e sorelle!”. Il card. Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, commenta così al Sir, la decisione presa il 21 dicembre scorso dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di indire per il 4 febbraio una Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. ”A due anni di distanza dalla firma ad Abu Dhabi del Documento – dice il cardinale – non è possibile tracciare un bilancio di qualcosa che è ancora in pieno sviluppo. Con la firma del Documento, si è creato uno spazio di apertura, di sincerità, di collaborazione, nel quale si potranno sciogliere, con prudenza e discernimento, i tanti nodi che restano. Si è tracciato un cammino!”. Sull’impatto che il Documento può avere oggi sui conflitti in Medio Oriente, sulla lotta contro il terrorismo, sulla pace, il cardinale Ayuso osserva: “Che le iniziative di dialogo possano avere un impatto sulle situazioni conflittuali è l’auspicio sottolineato nel Documento sulla Fratellanza umana e la speranza è che possa ispirare coloro che a qualsiasi livello si trovano a dialogare. L’arte di saper dialogare, in tutte le sue accezioni, è un imperativo”. E aggiunge: “Non si può costruire una riconciliazione tra Oriente e Occidente tra Nord e Sud se non si parte da un punto comune: la condanna, il rigetto di ogni tipo di violenza e della guerra. Il dialogo rispetta e cerca la verità; il dialogo fa nascere la cultura dell’incontro, vale a dire che l’incontro diventa uno stile di vita, una passione e un desiderio. Senza chiudere le porte, bisogna sempre guardare avanti. Il dialogo non è un do ut des, una negoziazione. È un atteggiamento esistenziale, è farsi compagno di viaggio di ogni essere umano in cammino verso la verità”. “Dobbiamo mettere da parte pregiudizi, indugi e difficoltà”, conclude il cardinale. “Pur non rinunciando in nulla alla nostra identità o rifacendosi ad un facile irenismo, con forza e con coraggio, si deve affermare la necessità della fraternità umana e dell’amicizia sociale quali condizioni necessarie per l’ottenimento di quella pace alla quale anela il mondo intero”.