“È evidente che si tratta di un frutto nato dal Documento sulla Fratellanza e di un passo davvero significativo perché tutto il mondo, almeno una volta all’anno, si ricordi che siamo tutti fratelli e sorelle!”. Il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, commenta così al Sir, la decisione presa il 21 dicembre scorso dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di indire per il 4 febbraio una Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. La data non è una coincidenza. Il 4 febbraio 2019, nel corso del viaggio apostolico negli Emirati Arabi Uniti, il Papa e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, firmarono il “Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune”. Per commemorare l’evento, quest’anno Papa Francesco incontrerà il 4 febbraio in video-conferenza il Grande Imam Al-Tayyeb. Organizzato dallo Sceicco Mohammed Bin Zayed ad Abu Dhabi, all’incontro (che sarà diffuso in streaming dai media vaticani) parteciperanno anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres e altre personalità. Abbiamo chiesto al cardinale Ayuso Guixot di tracciare un bilancio dei frutti che sono scaturiti dalla firma al Documento sulla Fratellanza umana.
Eminenza, cosa è successo in questi due anni?
Direi che a due anni di distanza dalla firma ad Abu Dhabi del Documento non è possibile tracciare un bilancio di qualcosa che è ancora in pieno sviluppo. Con la firma del Documento, si è creato uno spazio di apertura, di sincerità, di collaborazione, nel quale si potranno sciogliere, con prudenza e discernimento, i tanti nodi che restano. Si è tracciato un cammino! Posso dire che non sono certo mancate le occasioni di confronto, con i rappresentanti di altre tradizioni religiose, sul tema della fraternità e della convivenza umana. A livello di iniziative ci sono, ad esempio, quelle promosse dall’Alto Comitato per la Fraternità Umana, costituito nell’agosto del 2019, e incaricato di implementare i contenuti del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”. Ricordo quella della Giornata di preghiera, di digiuno e di invocazione a Dio Creatore per l’umanità colpita dalla pandemia che si è tenuta il 14 maggio 2020. Infine un ulteriore passo nella via della fratellanza è stato compiuto da Papa Francesco con l’Enciclica Fratelli tutti che è un invito concreto alla fraternità e all’amicizia sociale che riguarda ogni uomo e ogni donna, credente o non credente. E’ noto a tutti che Papa Francesco ha fatto ampiamente riferimento, per la stesura dell’Enciclica, al Documento sulla Fratellanza Umana.
Perchè è così importante oggi che il principio della “fratellanza umana” sia recepito in maniera più capillare possibile, in più ambiti e a diversi livelli?
Sull’importanza del principio della fratellanza umana Papa Francesco ha detto: “Alla celebre massima antica ‘conosci te stesso’ dobbiamo affiancare ‘conosci il fratello’: la sua storia, la sua cultura e la sua fede, perché non c’è conoscenza vera di sé senza l’altro. Da uomini, e ancor più da fratelli, ricordiamoci a vicenda che niente di ciò che è umano ci può rimanere estraneo” (Discorso di Papa Francesco alla Global Conference of Human Fraternity, Founder’s Memorial Abu Dhabi, 4.2.2019). Ed è proprio la fratellanza umana che consentirà a ciascuno di rendere questo mondo disumanizzato, nel quale la cultura dell’indifferenza e dell’avidità contraddistinguono i rapporti tra gli esseri umani, capace di vivere una solidarietà nuova e universale. Papa Francesco ci esorta a costruire una società fraterna che promuova l’educazione al dialogo per sconfiggere “il virus dell’individualismo radicale” (Ft 105).
Quale il ruolo dei leader religiosi e delle religioni alla luce della crisi che l’umanità sta vivendo?
I leader delle diverse tradizioni religiose e le comunità che essi guidano, sono chiamati alle proprie responsabilità, individuali e collettive, di fronte a nuove tendenze ed esigenze sulla scena internazionale. Dobbiamo e possiamo perciò offrire collaborazione alle società di cui noi credenti siamo cittadini, e mettere a disposizione di tutti i nostri comuni valori e le nostre convinzioni più profonde che riguardano il carattere sacro ed inviolabile della vita e della persona umana. E’ evidente che bisogna impegnarsi perché i temi della fraternità e dell’amicizia sociale diventino sempre più terreno di confronto fra gli appartenenti delle diverse tradizioni religiose soprattutto in un periodo come quello in cui viviamo reso ancora più incerto dall’attuale pandemia. Dobbiamo essere consapevoli che c’è bisogno di una solidarietà nuova e universale e di un nuovo dialogo per modellare il nostro futuro.
Il Documento è frutto di una stretta collaborazione tra papa Francesco e il leader sunnita al-Tayeb. Possono queste iniziative di dialogo avere un impatto importante sui conflitti in Medio Oriente, sulla lotta contro il terrorismo, sulla pace?
Che le iniziative di dialogo possano avere un impatto sulle situazioni conflittuali è l’auspicio sottolineato nel Documento sulla Fratellanza umana e la speranza è che possa ispirare coloro che a qualsiasi livello si trovano a dialogare. L’arte di saper dialogare, in tutte le sue accezioni, è un imperativo. Per Papa Francesco è la via per aprirsi ai bisogni del mondo e costruire l’amicizia sociale: “Il dialogo perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio, molto più di quanto possiamo rendercene conto” (Ft 6, 198). Come emerge dalla lettura del Documento sulla Fratellanza umana nel mondo plurale, nella società globalizzata, non si può costruire una riconciliazione tra Oriente e Occidente tra Nord e Sud se non si parte da un punto comune: la condanna, il rigetto di ogni tipo di violenza e della guerra. Il dialogo rispetta e cerca la verità; il dialogo fa nascere la cultura dell’incontro, vale a dire che l’incontro diventa uno stile di vita, una passione e un desiderio. Senza chiudere le porte, bisogna sempre guardare avanti. Il dialogo non è un do ut des, una negoziazione. È un atteggiamento esistenziale, è farsi compagno di viaggio di ogni essere umano in cammino verso la verità. La verità ci possiede, non la possediamo. Il dialogo è un atto generoso di apertura all’altro per creare fratellanza.
Che cosa ha da dire all’umanità di oggi il Documento sulla Fratellanza umana?
Che da soli non ci si salva! In questo tempo inedito a causa della pandemia, l’insegnamento del Documento sulla Fratellanza Umana continua a tracciare una strada ben precisa e percorribile da tutti gli uomini di buona volontà. Dio è il Creatore di tutto e di tutti, perciò noi siamo membri di un’unica famiglia e come tali dobbiamo riconoscerci. Questo è il criterio fondamentale che la fede ci offre per passare dalla mera tolleranza alla convivenza fraterna, per interpretare le diversità che sussistono tra noi, per disinnescare le violenze e per vivere come fratelli. Dobbiamo mettere da parte pregiudizi, indugi e difficoltà. Pur non rinunciando in nulla alla nostra identità o rifacendosi ad un facile irenismo, con forza e con coraggio, si deve affermare la necessità della fraternità umana e dell’amicizia sociale quali condizioni necessarie per l’ottenimento di quella pace alla quale anela il mondo intero.