“Nelle encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti Papa Francesco ci raccomanda due cose”. La prima è “avere una capacità di dialogo, ascolto e attenzione per tutti”. Non si tratta però di atteggiamenti neutri ma “occorre farsi ferire dalla realtà, altrimenti saremmo ascoltatori sordi”. La seconda è che “il dialogo abbia come riferimento l’icona del buon samaritano”, che “si ferma, guarda, ascolta, cura e si fa curare le ferite”. Lo ha detto ieri mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei, durante l’incontro “A(c)credito di speranza” organizzato da Progetto Policoro, Ufficio di pastorale sociale, Caritas e pastorale giovanile dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto. L’obiettivo dell’incontro è stato avviare una declinazione locale degli obiettivi di “the Economy of Francesco”, l’evento promosso da Papa Francesco per sollecitare giovani economisti e imprenditori a lavorare insieme per il bene comune. “I temi venuti fuori oggi – politica, educazione, economia e lavoro – hanno una parola che all’evento è stata messa in evidenza: la cura”, ha aggiunto Santoro. mons. “Nel voler rinnovare e riscrivere l’economia il papa ha affidato questa missione a noi giovani”, ha affermato Davide Patruno, referente per la Puglia di “The Economy of Francesco”.