Sono stati 5.000 i morti nel 2020, più di 1,4 milioni gli sfollati interni, circa 170mila rifugiati, 3,7 milioni in insicurezza alimentare, mentre 3.600 scuole e 241 centri di salute non sono più operativi, 5,3 milioni di bambini si trovano in bisogno umanitario nel Sahel centrale, 900mila almeno in fuga. Questi alcuni numeri della catastrofe umanitaria che affligge tre Paesi del Sahel: Niger, Mali, Burkina Faso. Li ripota “Terra senza pace. La crisi nel Sahel centrale tra estremismi, variabilità climatiche, contesa della terra”, il 62° dossier con dati e testimonianze realizzato da Caritas italiana, che vuole richiamare l’attenzione sul dramma in corso in questa martoriata regione africana. Non a caso esce a ridosso del 30 gennaio, mese della pace e data in cui nel 1948 venne ucciso Gandhi, profeta della nonviolenza.
Il dossier intende ricostruire la crisi in Burkina Faso e nel Sahel centrale nella sua complessità, in cui l’estremismo religioso è solo il fattore più recente, e soprattutto mettere in luce come molte delle dinamiche conflittuali in atto partano dal bene più prezioso e sempre più raro: la terra. Tante le sfide da affrontare, alcune le proposte per raccoglierle nel segno della solidarietà e della pace, lungo il percorso di costruzione di quella cultura della cura che lo stesso Pontefice ha indicato per la promozione dei diritti e della dignità della persona.
Caritas Italiana è impegnata in Burkina Faso da oltre un decennio in collaborazione con Ocades-Caritas Burkina Faso. Negli ultimi anni si è focalizzata principalmente in tre ambiti di azione: risposta umanitaria soprattutto per quanto concerne la sicurezza alimentare in favore degli sfollati, rafforzamento della resilienza e sviluppo delle comunità rese più vulnerabili dall’erraticità climatica, dai conflitti e in ultimo dalla pandemia di Covid-19, promozione della coesione sociale e della pace. I medesimi ambiti di intervento, seppur con programmi differenti, sono presenti anche in altri Paesi del Sahel, in particolare Niger, Senegal, Mali e Nigeria in collaborazione con le rispettive Caritas nazionali con le quali vi è un impegno anche in programmi di contrasto al traffico di esseri umani e in favore di migranti lungo la rotta verso il Nord Africa e l’Europa nell’ambito della campagna “Liberi di partire, liberi di restare” della Conferenza episcopale italiana. In Niger inoltre, è in atto un programma di corridoi umanitari verso l’Italia per rifugiati evacuati dalla Libia.