Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di dicembre sono state 554.340, in diminuzione di oltre 87mila casi rispetto alle 641.638 del 2019 (-13,6%). È quanto emerge dagli open data Inail su “Infortuni e malattie professionali” relativi al 2020.
“Il calo – viene spiegato – si è registrato pur in presenza nel 2020 delle denunce di infortunio sul lavoro a seguito dei contagi da Covid-19 segnalate all’Inail fino al 31 dicembre, che rappresentano circa un quarto del totale delle denunce di infortunio pervenute, e di una ripresa degli infortuni nell’ultima parte dell’anno”.
Stando ai dati diffusi, a influenzare la flessione è stato solo l’andamento registrato nei primi nove mesi del 2020 (-21,6% rispetto all’analogo periodo del 2019), mentre nell’ultimo trimestre 2020 si è registrato un incremento delle denunce del 9,1%, rispetto all’analogo trimestre del 2019.
I dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 540.733 a 492.123 (-9,0%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, che registrano un calo percentuale più sostenuto, pari al -38,3%, da 100.905 a 62.217.
Tra gennaio e dicembre del 2020 l’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese. Questa flessione risulta decisamente più contenuta nel Nord-Ovest (-4,1%) e più accentuata al Centro (-19,3%), nelle Isole (-18,8%), al Sud (-17,3%) e nel Nord-Est (-16,5%). La flessione che emerge dal confronto del 2019 e del 2020 è legata esclusivamente alla componente maschile, che registra un calo del 22,1% (da 411.773 a 320.609 denunce), mentre quella femminile presenta un +1,7% (da 229.865 a 233.731); nello stesso periodo la diminuzione ha interessato sia i lavoratori italiani (-14,3%), sia quelli comunitari (-4,5%) ed extracomunitari (-11,9%).