“Il 2021 è iniziato con circa 4 milioni di italiani che sono stati costretti a chiedere aiuto per mangiare, un numero praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno, tra i quali la criminalità trova terreno fertile per infiltrarsi”. Lo afferma la Coldiretti nel commentare l’indagine della Dda di Palermo che ha documentato il tentativo dei clan di mafia di organizzare una distribuzione alimentare per i poveri durante il primo lockdown per l’emergenza Covid. “La malavita tenta di approfittare della situazione di difficoltà in cui si trova una fetta crescente di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente – sottolinea l’associazione – ai pacchi alimentari, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia”.
Fra i nuovi poveri, indicati dalla Coldiretti, coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid. “Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche”. Quindi, il monito dell’associazione: “Crescono gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore del cibo che è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Con la crisi le mafie si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare”.