“Sant’Egidio ha una rete vastissima di ‘Scuole della pace’. In queste scuole tocchiamo con mano da molti mesi la povertà educativa se non l’abbandono di tanti bambini”. A dirlo è Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, durante la conferenza stampa questa mattina per presentare i dati di una inchiesta svolta dalla stessa Comunità. Prima del Covid “la dispersione scolastica – afferma – era al 13%. Naturalmente, la pandemia ha aggravato la situazione. Il Covid ha creato grossi problemi in ogni continente. Un terzo degli studenti secondo l’Unesco non ha avuto alcun accesso alla didattica. Sono dati molto seri. Prima della pandemia 258 milioni di bambini non avevano accesso alla scuola. Oggi il numero si è allargato. Nell’Africa sub-sahariana vive il 47% dei 258 milioni di bambini. Il 30% non frequenta a causa di conflitti e emergenze di vario tipo. Per ultimo, per colpa del terrorismo”. In particolare riguardo all’Italia e alla inchiesta, Impagliazzo commenta: “Il nostro punto di osservazione parte dalle periferie delle città che non è da sottovalutare. Con la pandemia abbiamo capito che non ci si salva da soli e salvare il centro senza la periferia non ha senso. Occorre fare una riflessione sulla scuola concentrandoci su alcuni problemi irrisolti per tracciare alcune proposte. Dobbiamo inquadrare dov’è la scuola nel nostro Paese. L’Italia è il Paese Ocse che ha chiuso le scuole più a lungo: 18 settimane contro una media di 14. Mi sembra un dato generale che ci porta a una prima riflessione sulla perdita di apprendimento”.